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giovedì 18 luglio 2013

Basta Xbox, meglio la galera

Il mondo è bello perchè è vario. E anche dall'altra parte del mondo la gente non smette di stupirmi con le sue stranezze.
Questa volta ci spostiamo in Nuova Zelanda, a casa di un diciannovenne condannato ai domiciliari. Oltre a costituire un peso economico minore per lo stato, i domiciliari dovrebbero essere un vantaggio per il malvivente di turno. E invece no. Questo ragazzo vuole tornare in prigione. Perchè? Perchè dopo 10 mesi ai domiciliari ha finito tutti i giochi dell'Xbox ed è stanco di stare davanti allo schermo. Non so se è più assurda la sua richiesta o il fatto che il giudice l'abbia accontentato.
Non so in quali condizioni economiche versi la Nuova Zelanda, ma a me sembra uno spreco di soldi pubblici. Per non parlare della questione del sovraffollamento delle carceri. Se in Nuova Zelanda hanno stabilito che le pene sotto i 12 mesi si scontano a casa, un motivo ci sarà.
Pare che, una volta terminati tutti i videogiochi, il ragazzo abbia chiamato la polizia per fare la sua richiesta. Mi stupisco che i poliziotti non l'abbiano mandato a quel paese. I neozelandesi devono essere molto gentili. E comprensivi. Io l'avrei riempito di insulti. E non avrei importunato il giudice per una richiesta così assurda.
Comunque, caro il mio galeotto da quattro soldi, ci sono altre cose oltre all'Xbox. Mi dispiace che tu ti annoi a stare chiuso in casa tutto il giorno, ma avevi solo da non infrangere la legge. Inoltre, ci sono un sacco di attività alternative ai videogames. I libri per esempio. Oppure potresti dedicarti a hobby più manuali. Il modellismo è un classico intramontabile. O il cake design, va parecchio ultimamente. E che ne dici di imparare una lingua? Magari l'italiano, che di solito non se lo caga nessuno. Oppure potresti ricopiare a mano la Bibbia. Un tizio l'ha fatto per sfida e ha impiegato 4 anni.
Insomma, ci sono tante cose prima di tornare in prigione dalla disperazione. Strano che non sia venuto in mente neanche agli agenti di polizia che hanno ricevuto la telefonata. O al giudice. Beh, questo mi consola. La gente che non legge e non fa altro che passare il tempo davanti a uno schermo non è un problema solo in Italia.

mercoledì 17 luglio 2013

Una rapina mal riuscita

I furti e le rapine ci sono sempre stati, ma di certo la crisi non aiuta. Però anche fare il rapinatore è un "lavoro" serio. Non si può improvvisare. Altrimenti si rischia l'insuccesso. O una figuraccia.
In quanto a figuracce, ne sa qualcosa Daniel Anfray. Ci troviamo in Francia. Il nostro presunto ladro è appena uscito di prigione, dove ha scontato una condanna per guida in stato di ebbrezza. Sconvolto dalla sua prima esperienza da galeotto, si dà ai furti e alle rapine. Ma il suo nuovo business viene stroncato sul nascere dalla sua incompetenza. Dopo aver rubato due biciclette (non si sa a quale scopo), si appresta a rapinare una banca. Prima, però, forse per darsi un po' di coraggio, si fa qualche bicchierino. Un po' alticcio e molto inesperto si dirige verso il suo obiettivo. E che banca sceglie? Quella dove va di solito e dove l'impiegata lo conosce. Ma il nostro aspirante ladro è astuto e si maschera. Con un paio di mutande in testa. No, non sto scherzando. L'impiegata della banca, sobria e molto sveglia, lo riconosce immediatamente, lo convince a mettere via il coltello (ma normalmente non si usano le pistole per rapinare le banche?) e chiama la polizia.
Io vorrei conoscere quest'uomo. Credo che il suo sia stato il tentativo di rapina peggio riuscito nella storia. Tanto per cominciare, il coltello non mi sembra un'arma molto efficace. Meglio una pistola. Se non sai dove procurartela, lascia perdere: fare il malvivente non fa per te. Poi, la location. Puoi andare nella banca dove ti conoscono? A parte che così rubi anche i tuoi soldi, ma non ci pensi che magari ti riconoscono? E poi, magari, evita di presentarti sbronzo. Giusto per non partire già un passo indietro rispetto all'impiegata.
Comunque, la cosa più assurda è il travestimento. Non avevi niente di meglio? Una maschera di carnevale? Un passamontagna? Un collant? Ci sono tante alternative. Tutte più valide di un paio di mutande. Che poi non riesco a immaginare come se le sia messe. Come puoi pensare che un paio di mutande ti renda irriconoscibile? Neanche un bambino penserebbe una cosa simile.
Beh, per un po' il caro Anfray non farà figuracce: è stato condannato a otto anni per tentata rapina. E dovrà risolvere i suoi problemi con l'alcool. Spero che la seconda volta in prigione lo segni meno della prima. E soprattutto che abbandoni la carriera da aspirante malvivente. Non fa proprio per lui.

martedì 16 luglio 2013

Braccialetto da galeotto

Volete essere controllati 24h su 24? Non vedete l'ora che qualcuno o qualcosa limitino la vostra libertà personale? Se avete 130 euro da spendere e un iPhone, c'è il prodotto che fa per voi.
Si chiama Up ed è un braccialetto. Un bel braccialetto colorato che permette al vostro iPhone e al vostro partner di tenervi sotto controllo. Peggio della cavigliera elettronica per i criminali ai domiciliari. Eh si. Perchè almeno i criminali sono liberi di mangiare quello che vogliono, fare sesso con chi vogliono e decidere liberamente quanta attività fisica fare. Voi, se comprate questo braccialetto, non sarete più liberi di fare nulla senza che il vostro iPhone lo sappia.
Up registra le pulsazioni, le calorie bruciate, la distanza percorsa, il tempo di addormentamento, la durata del sonno e, addirittura, l'intensità dei rapporti sessuali. Addio orgasmi finti e tradimenti malcelati. Inoltre, l'App a cui si collega il magico braccialetto prevede la registrazione di quanto, cosa e dove si è mangiato.
Lo scopo di tutto ciò? Avere uno stile di vita più sano. Eh si, perchè Up non si limita a controllarci. Lui ci dà anche dei preziosi consigli per vivere meglio e in forma. Non di certo per vivere meno stressati. Ma ci pensate? L'idea di essere perennemente controllata e giudicata da uno stupido braccialetto mi farebbe uscire di testa. Non bastano le pubblicità salutistiche e i programmi che promuovono uno stile di vita sano. Adesso ci si deve mettere pure il telefono?
Poi fatemi capire. Supponiamo che io un giorno sia particolarmente depressa e decida di sfondarmi di patatine e cioccolatini. E supponiamo che io decida di non alzare il mio fondoschiena dal divano per tutto il giorno. Cosa succede? Il mio iPhone si mette a sbraitarmi contro peggio di Jillian Michaels? Oppure l'App contatta direttamente un personal trainer che mi si presenta a casa e mi trascina al parco a correre?
E poi, vi rendete conto qual è la portata di un'invenzione che permette di smascherare i finti orgasmi delle donne? Che la maggior parte delle donne finga è risaputo. Ma ogni uomo pensa che fingano tutte tranne la sua. Essere messi davanti alla dura e triste verità potrebbe causare un crollo generalizzato dell'autostima maschile. Il crollo di Wall Street sarebbe un'inezia al confronto. Nelle mani sbagliate questa invenzione è molto pericolosa. O meglio, al braccio sbagliato. Soprattutto al braccio di una donna. Fidatevi.

lunedì 15 luglio 2013

Ossessioni surreali

Ieri sera, durante il mio zapping serale, mi sono imbattuta in un programma di cui avevo già sentito parlare ma che non avevo mai avuto il piacere di vedere. Ora che l'ho visto sento che la mia vita è cambiata. Ma non in meglio.
Il programma in questione si chiama "Io e la mia ossessione" e viene trasmesso su Real Time. Come dice il nome, parla di gente ossessionata. Molto ossessionata. Una donna che si ciba di croccantini per gatti, una che si beve lo smalto per unghie, un'altra che annusa compulsivamente la naftalina e infine una che si scava nelle orecchie con oggetti appuntiti. Credo che anche voi troviate tutto ciò molto inquietante.
Non voglio di certo sindacare sulla gravità di queste ossessioni. O sul disagio psicologico che ci sta dietro. Ma ci sono alcuni aspetti di questo programma che mi lasciano quantomeno perplessa. Certe situazioni non possono essere reali. Sono montate ad arte.
La puntata inizia con la tizia in questione che mette in pratica la sua ossessione. Ossessione di cui non sa niente nessuno o comunque solo un paio di persone ne sono a conoscenza. Perfetto. Quindi chi ha chiamato la televisione per fare le riprese? L'ossessionato in persona? E perchè non è andato subito da uno psicologo?
Successivamente la tizia confessa l'ossessione a un amico o a un parente. Si trovano a casa dell'ossessionata o in un bar e ne parlano. Quando l'amico arriva ci sono già le telecamere. Ma tu, se la tua migliore amica ti invita a prendere un caffè e ti trovi una troupe televisiva dentro al bar non ti fai delle domande? Non ti chiedi che cosa sta succedendo? Beh, questa gente non se lo chiede.
A questo punto la protagonista confessa: "mi scavo nelle orecchie da 20 anni" oppure "mi cibo solo di croccantini per gatti". Praticamente sgancia una frase della portata della bomba atomica. E quello che la ascolta cosa fa? Rimane impassibile. E risponde "forse dovresti andare da un medico". Forse, eh! Non ne siamo ancora del tutto certi. Praticamente la stessa reazione che si avrebbe di fronte a una che ti dice "ho il ciclo irregolare".
Secondo me quei dialoghi sono combinati. Ma purtroppo le ossessioni sono reali. Forse sarebbe meglio se consultassero uno psicologo per conto loro, invece di andare a fare i fenomeni da baraccone in televisione.

venerdì 12 luglio 2013

Onestà fuori moda

A volte il genere umano riesce a sorprendermi. Spesso in negativo, ma qualche volta in positivo. Come questa volta. Non mi succede spesso, ma a volte leggo delle notizie che mi fanno pensare che forse c'è ancora un barlume di onestà in giro. Un valore ormai prossimo all'estinzione.
Un ragazzino americano, figlio di genitori separati, passa spesso le vacanze a Kansas City, a metà strada tra la casa del padre e quella della madre. Ha 10 anni e, come tutti i bambini della sua età, è molto curioso. Appena arriva in una stanza d'albergo non riesce a trattenersi dall'aprire cassetti e armadi alla ricerca di tesori nascosti. Ricerca quasi sempre vana. Ma non questa volta. Questa volta ha trovato 10.000 dollari in un armadio. La cosa bella, per quanto mi riguarda, non sono i 10.000 dollari, ma il fatto che suo padre, informato della scoperta, gli abbia spiegato che dovevano chiamare la polizia. E così hanno fatto. Adesso dovranno aspettare 7 mesi e, se nessuno si sarà presentato a reclamare il bottino, potranno tenersi il denaro.
Alcuni amici del padre hanno criticato questa azione così esageratamente onesta. Se sono lì non sono di nessuno, no? E allora perchè non chiudere il becco e intascarseli? Perchè per fortuna c'è ancora qualcuno che si comporta secondo le leggi, dello stato e della morale. Qualcuno che, nonostante la crisi e le difficoltà economiche, mette l'onestà davanti al denaro.
A quest'uomo va tutta la mia stima. Non solo perchè ha fatto "la cosa giusta", ma perchè ha insegnato a suo figlio con l'esempio, che è il metodo di insegnamento più efficace di tutti. Sono sicura che chiunque di noi, se perdesse 10.000 dollari, vorrebbe che li ritrovasse una persona come lui, disposto a rinunciare a un guadagno fin troppo facile in nome della correttezza.
Io comunque mi chiedo come si faccia a "perdere" 10.000 dollari. Devi averne proprio tanti perchè tu non te ne accorga. Non credo che quei soldi si siano nascosti nell'armadio per giocare a nascondino. Sinceramente, spero che chi ha lasciato lì quei soldi non li reclami. Quell'uomo e suo figlio si meritano quei soldi più di chiunque altro. Mi auguro che possano tenerli e farne qualcosa di buono.

giovedì 11 luglio 2013

Se fossi un uomo..

Se fossi un uomo, vorrei essere grande, grosso e muscoloso. Una sorta di Arnold Schwarzenegger prima di diventare Governatore della California (detto tra noi, adesso si è un po' rammollito). E vorrei essere ricco. Così ricco da non aver bisogno di lavorare. Così ricco da avere tutta la giornata libera. In questo modo potrei dedicare il mio tempo a fare il giustiziere. O meglio, il portatore di giustizia. Sarei anche disposto ad assumere altri uomini. Requisiti? Tanti muscoli e un grande cuore. Metterei su una squadra. Tipo gli Avengers, ma senza superpoteri.
Me ne andrei in giro per l'Italia a insegnare come si trattano e come non si trattano le donne. Non terrei delle conferenze, nè scriverei libri. Userei un metodo di insegnamento efficace: l'esempio. Si, perchè la realtà è che certe bestie capiscono solo la violenza, violenza che loro praticano quotidianamente su persone più deboli di loro. Più deboli dal punto di vista fisico e dal punto di vista psicologico.
Mi prenderei carico di tutte le denunce per stalking. La mia missione sarebbe far capire una volta per tutte cosa provano le donne in certe situazioni. Cosa si prova a essere braccata come un cervo nella foresta. Cosa si prova a non sapere quando arriverà il prossimo pugno. Cosa si prova a essere "amata" da certi soggetti.
Se fossi un uomo, vorrei essere un supereroe moderno. Diventerei lo stalker degli stalker. Li seguirei giorno e notte. Li minaccerei. Li ripagherei con la stessa moneta che usano con le persone che dicono di amare. Forse non sarebbe etico, ma sarebbe più efficace di qualsiasi azione legale.
Ma purtroppo non sono un uomo. Nè sono piena di soldi o di muscoli. Sono una donna. E come tutte le donne sono debole. Perchè se anche facciamo la voce grossa, pilotiamo gli aerei e ci arruoliamo nell'esercito, non siamo immuni alla violenza. Soprattutto a quella psicologica. Nessuna donna è forte quando è innamorata. Soprattutto quando è innamorata di un bastardo violento. E' per questo che vi diamo l'ennesima seconda chance. E' per questo che vi apriamo la porta invece di chiamare la polizia. Per poi finire ammazzate a coltellate con nostro figlio di due anni che ci guarda impotente.

mercoledì 10 luglio 2013

Ai domiciliari..sotto le stelle

Non voglio fare la figura di quella che sputa nel piatto in cui mangia, però sono convinta che certe cose possano succedere solo in Italia. Solo nel Bel Paese si poteva arrivare a dare i domiciliari a un senzatetto.
Siamo a Milano. Un clochard viene più volte arrestato per spaccio e qualche furtarello notturno. Una volta condannato viene mandato in prigione e poi messo ai domiciliari. In quanto senzatetto, però, non ha un vero domicilio. Come fare? Viene obbligato a stare dal tramonto all'alba sotto i portici di una via nei pressi della stazione Centrale. Se sta lì, non può rubare.
Mi sembra giusto punire i ladri. E capisco che le carceri siano sovraffollate. Ma è ridicolo dare i domiciliari a un senzatetto. Non ha proprio senso. E' come far vedere un film muto a un cieco. Però, in Italia non c'è limite all'assurdo. Infatti il clochard è stato anche condannato per evasione. Sapete perchè? Perchè quando è passata la pattuglia a controllare lui era dall'altra parte della strada. A fare la pipì. E' riuscito a patteggiare un anno.
Ora, io mi chiedo se la gente? lo fa apposta o è proprio limitata. Vorrei parlare con il giudice che ha messo questo tizio ai domiciliari. Vorrei capire cosa gli passa per il cervello. L'ha fatto per non dare un letto e un pasto caldo gratis a un barbone? Il suo scopo era ridurre il sovraffollamento delle carceri? O pensava proprio di fare una cosa furba?
E i poliziotti che l'hanno arrestato per evasione? Ma ci siete o ci fate? Manco l'aveste raccattato dall'altra parte di Milano! Strano che non l'abbiate accusato anche di atti osceni in luogo pubblico, già che c'eravate. Ma secondo voi i clochard la pipì la fanno nel sacco a pelo? Neanche i cani sporcano dove dormono, non vedo perchè dovrebbero farlo delle persone.
Con questo non voglio difendere questo tizio. Sicuramente ha le sue colpe. E' comunque uno spacciatore e un ladro. Però ogni tanto ci vorrebbe un po' di buonsenso. Giusto un pizzico.

martedì 9 luglio 2013

Lezioni di gravidanza

Gli uomini non capiscono le donne. E' appurato. Il fatto che molti uomini lo ammettano è già un punto a loro favore. Alcuni cercano anche di colmare le loro lacune. Ci studiano da vicino. Ci imitano. Un po' come ha fatto quella famosa antropologa che ha vissuto in mezzo alle scimmie.
Proprio nel tentativo di capire meglio le donne, lo scrittore Benjamin Percy ha deciso di simulare una gravidanza. E così si è fatto progettare, da un'università giapponese, una giacca che simulasse la pancia di una donna incinta. Il poveretto si è tenuto addosso questa benedetta giacca per 9 settimane (non è che si sia sprecato molto) aumentandone progressivamente il peso per simulare la crescita del bambino. Era convinto che questo l'avrebbe aiutato a essere un padre migliore. E soprattutto sperava che le donne apprezzassero lo sforzo. Povero illuso.
Invece di fargli i complimenti per l'impresa, le donne che avevano già sperimentato una gravidanza l'hanno criticato. In effetti come esperienza non era molto realistica. Tanto per cominciare, una gravidanza dura quattro volte tanto. E poi dove le metti le nausee mattutine? L'acidità di stomaco? Le caviglie gonfie? Il mal di schiena? Le voglie? Gli sbalzi d'umore? Tuo figlio che alle 3 di notte tira pugni e calci al tuo utero più potenti di quelli di Chuck Norris? Diciamo che spacciare questa buffonata di 9 settimane per un'epica simulazione della gravidanza mi sembra eccessivo. Soprattutto perchè poi tu non te lo sei dovuto partorire, caro mio.
Comunque questa esperienza è stata istruttiva. Sì, il nostro eroe ha capito che quando hai una pancia grossa come una mongolfiera è difficile anche fare le cose più semplici. Ma va? Ma tu pensa che io invece pensavo fosse comodissimo. Benjamin? Ci sei o ci fai? Può forse non essere scomodo avere un pallone da basket al posto della pancia? Qui non si tratta di essere uomini o donne. E' fisica. Se io non mi vedo le punte dei piedi, posso secondo te allacciarmi le scarpe senza problemi? Posso piegarmi in avanti per raccogliere qualcosa senza rischiare di ribaltarmi? No. Non posso. E' evidente. Per capirlo bastava un libro di fisica, non era necessario fare l'eroe con una pancia finta.

lunedì 8 luglio 2013

Regali macabri

Se siete uno scultore e volete omaggiare il vostro politico preferito, quale regalo migliore di una vostra scultura? Magari un bel busto che raffiguri l'uomo (o la donna) in questione. Perfetto. Magari, nella scelta della materia prima, evitate il sangue. Non tutti lo apprezzano.
Uno scultore indiano, in occasione del 65° compleanno del Primo Ministro del Tamil Nandu, ha deciso di omaggiare la donna con un busto che la raffigurasse. E fin qui tutto ok. Solo che ha scelto una strana materia prima. Sangue. Umano. Per l'esattezza il suo (dello scultore). Il prezioso materiale è stato congelato e poi modellato ad hoc. Per l'opera ne servivano 11 litri. Due volte quello che ci scorre nell'organismo. L'artista inizialmente voleva usare solo il suo sangue, ma è riuscito a donarne solo 6 litri e mezzo. Così ha chiesto una donazione ai suoi allievi. Ma certo, per il Maestro questo e altro.
Magari vi state chiedendo che senso abbia fare una scultura così macabra. L'artista ha spiegato che il sangue rappresentava le qualità che il Primo ministro incorpora, cioè coraggio, valore e sacrificio. La donna non ha molto apprezzato. Probabilmente si è trattenuta dal vomitargli addosso. In ogni caso gli ha chiesto gentilmente di evitare altre performance del genere in futuro. E direi che ha fatto bene. E' già tanto che non l'abbia fatto ricoverare. Ma come ti viene in mente? E i suoi allievi che gli vanno dietro e donano il sangue per questa opera bizzarra? Va bene essere disposti a dare la vita per i propri idoli, ma proprio dissanguarsi senza ritegno mi sembra eccessivo.
Inoltre, la scultura doveva avere, secondo l'artista, lo scopo di sensibilizzare sulle donazioni di sangue. Il ragionamento alla base è: se tutti donassero 11 litri come volevo fare io si salverebbero tante vite. Ok, bravo. Hai perfettamente ragione. Il problema è che tu non hai donato 11 litri di sangue. Tu hai sprecato 11 litri di sangue. E' un attimino diverso. Che poi tutto sto sangue l'ha conservato in freezer insieme alle pizze surgelate? Io non mi capacito.
Chissà quale sarà la prossima mossa. Una scultura di capelli per sensibilizzare sulla calvizie? Un busto fatto con grasso umano per sensibilizzare sugli interventi superflui di chirurgia plastica? Un monumento equestre di zanzare per sensibilizzare sulla malaria? Attendiamo fiduciosi la prossima macabra impresa del nostro eroe.

venerdì 5 luglio 2013

A chi non piace essere stuprata?

Vi avviso, oggi ho il dentino avvelenato. Così avvelenato che se mordo una vipera la faccio morire sul colpo. Eh si, perchè certe cose non le accetto. Non le accetto in quanto essere umano e tanto meno le accetto in quanto donna.
Il fatto si è svolto in Israele, durante un'udienza per stupro. Una ragazza israeliana era stata stuprata nel 2007 da quattro palestinesi. Il tema della discussione era se si poteva considerare la ragazza vittima del terrorismo, vista la sospetta natura politica dell'aggressione. Nel bel mezzo della discussione, uno dei giudici se ne esce con una frase del tipo "ad alcune ragazze piace essere stuprate". Inutile dire che è calato il silenzio in aula. Gli altri giudici non sapevano neanche loro cosa dire. Probabilmente hanno pregato che si aprisse una voragine e inghiottisse il loro emerito collega. Purtroppo la voragine non si è aperta.
Ovviamente il giudice ha cercato di scusarsi dicendo che non era sua intenzione mancare di rispetto alle vittime di violenza. Certo che no! Hai solo detto una cosa che nessun uomo, tanto meno un giudice, dovrebbe mai anche solo pensare. Ma stai tranquillo, non hai mica offeso nessuno. A chi non piace essere stuprata? Normalmente le ragazze si aggirano nude nei parchi di notte nella speranza di trovare qualcuno che le violenti a sangue. Adesso organizzeranno delle agenzie di stupratori a domicilio.
Mi avete rotto le palle, voi e il vostro maschilismo maledetto. Quelli della Cassazione che anni fa avevano sentenziato che se una hai jeans non può essere considerata violenza. Perchè per togliere i jeans devi essere consenziente. Certo. Infatti se uno ti spacca la faccia a suon di pugni tu hai proprio le forze per opporti. O se ti minacciano con un coltello tu non ti slacci i jeans. La morte ma non il peccato. Questo qui che se ne esce con ste frasi peggio di una bomba atomica. E poi ci sono tutti quelli che considerano lecito mettere le mani addosso alle ragazze solo perchè vanno in giro vestite in modo provocante. Mettetevi in testa, cari uomini, che se anche una donna va in giro nuda come mamma l'ha fatta questo non vi autorizza a violentarla. A questo punto le donne potrebbero sentirsi autorizzate a prendere a calci nei gioielli di famiglia ogni uomo che incontrano. Dopotutto a qualcuno piace, no?

giovedì 4 luglio 2013

Video porno..con sorpresa

Supponiamo che esista un uomo che non ha mai visto un video hard. Supponiamo anche che questo tizio, sposato e con un matrimonio in crisi, decida di guardare per la prima volta un porno su internet. E supponiamo che, nel primo video che apre, ci trovi sua moglie. Assurdo vero? Beh, è successo.
Stiamo parlando di un povero uomo egiziano che qualche mese fa ha avuto questa spiacevole sorpresa. L'uomo, per nulla avvezzo alla pornografia, ha deciso di trovare conforto dal suo matrimonio in crisi nei video a luci rosse. E così si è recato in un internet café del Cairo. Fin qui nulla di male, a mio parere. Guardare i porno è una sorta di diritto naturale del genere maschile. Una volta di fronte a un'immensa varietà di filmati, amatoriali e non, la sua scelta è caduta su un video amatoriale in cui la protagonista assomigliava a sua moglie. Beh, se non altro è stato coerente nei gusti. Guardando il video, però, si accorto che la protagonista era proprio sua moglie. Ma il protagonista non era lui. Inutile dire che al poverino è preso un colpo. Ed è caduto dalla sedia. I presenti l'hanno soccorso e lui è potuto tornare dalla sua "dolce metà" a chiedere spiegazioni. Come se ci fosse qualcosa da spiegare. Ti ha tradito, è evidente. La donna, inizialmente, ha avuto il coraggio di negare, ma messa di fronte alla nuda realtà ha ammesso.
Tanto per cominciare, io sono rimasta sconvolta dal fatto che questo tizio non avesse mai visto un porno in vita sua. Ma dai. Secondo me è l'unico maschio post-pubertà a detenere questo record. E probabilmente, dopo questa terribile scoperta, non si avvicinerà mai più a un sito del genere.
Ma io vorrei parlare di questa donna. Quando si fanno certe cose, bisognerebbe agire con un minimo di furbizia. Se tradisci tuo marito e poi metti i video hard su internet, magari ti scopre. Ci hai mai pensato? E' vero, tu sapevi che lui non aveva mai visto un porno. Ma c'è sempre una prima volta, sai? E infatti la prima volta c'è stata. Diciamo che anche la sfiga è stata complice di questa vicenda. Quali erano le probabilità che questo tizio, avendo tutto il web a disposizione, finisse proprio su quel video amatoriale? Una su un miliardo? Una su un milione? Ma si sa: la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo.

mercoledì 3 luglio 2013

Piccoli grandi chef

L'hanno fatto nel Regno Unito. L'hanno fatto negli USA. L'hanno fatto persino in Australia. Noi in Italia non potevamo astenerci. Non potevamo di certo rimanere indietro. E così arriverà anche da noi Junior Masterchef. Se non ho capito male, verrà trasmesso a dicembre su Sky 1.
Tanti piccoli genietti dei fornelli invaderanno il piccolo schermo. A giudicarli, per loro fortuna, non ci saranno i tre titani della versione per adulti del programma. A quanto pare a Sky si sono messi una mano sulla coscienza e una sul cuore. Cracco e Bastianich avrebbero traumatizzato quei poveri bambini facendone degli psicopatici. Il genere di psicopatico che al mattino si sveglia e fa una strage. Per fortuna a giudicarli saranno Barbieri, Borghese e Lady Bastianich (la mamma di Joe). Chissà se li hanno scelti in base al cognome. Me li immagino, quelli di Sky, che prendono la guida del telefono e iniziano a chiamare a tappeto alla ricerca di uno chef disponibile a giudicare dei marmocchi. Beh, se hanno fatto così hanno avuto fortuna: non sono neanche dovuti arrivare alla C. Un buon risultato.
Premettendo che parlo per invidia, dato che a malapena so cucinare due uova strapazzate, la cucina non mi sembra un hobby salutare per un bambino. Tanto per cominciare, la cucina è potenzialmente piena di pericoli. I coltelli, l'olio bollente, il forno. Non mi sembrano giochi adatti a dei bambini di 10 anni. Soprattutto se poi succede come nella puntata di Junior Masterchef Australia in cui il forno ha preso fuoco e sono dovuti intervenire con un estintore. Ma i vecchi e sani bambini che si sbucciavano le ginocchia giocando a pallone o andando in bicicletta dove sono finiti? Sono stati cucinati dai piccoli aspiranti Masterchef e mangiati da Joe Bastianich?
Che poi, quando chiedono ai piccoli mostri da chi hanno imparato a cucinare, la risposta è sempre la stessa: guardando la mamma e/o la nonna. Ma che nonne avete? Io non ci credo che tua nonna ti ha insegnato a fare il carpaccio di salmone marinato al limone con riduzione di aceto balsamico. Eh no, cocco. Non me la dai a bere. Quella non è una cucina "da nonna". Posso capire le tagliatelle, la torta di mele, il risotto, il ragù. Ma tutti quegli impiattamenti tutto fumo e niente arrosto mia nonna te li tirerebbe dietro.

martedì 2 luglio 2013

Mal di testa..appuntito

Uomini, voglio chiedervi scusa. A nome del genere femminile, vi chiedo umilmente scusa per tutte le volte in cui siete stati presi in giro per la vostra scarsa sopportazione nei confronti del dolore e delle malattie. Il motivo delle mie scuse? Siete stati riscattati da un giovane afghano di 24 anni.
Il nostro eroe ha vissuto per 10 anni con una matita conficcata nel cranio senza fare una piega. O quasi. Diciamo che un po' si è lamentato anche lui. Giustamente. Il giovane 24enne si lamentava da tempo di forti mal di testa, sanguinamenti dal naso e disturbi della vista. A furia di lamentarsi, qualcuno finalmente l'ha preso sul serio e si è cercata la causa dei disturbi.
Potete immaginare la sorpresa dei medici quando hanno scoperto che questo soggetto aveva una matita piantata nel palato che arrivava fino all'orbita. E ci credo che avevi mal di testa. Sembra che la matita si sia collocata nel cranio in questo modo una decina di anni fa in seguito a un incidente. E nessuno se n'è accorto.
Ecco. Parliamone. Tanto per cominciare vorrei capire qual è stata la dinamica dell'incidente. Ha fatto bunjee-jumping a bocca aperta su una scatola di pastelli? Ha giocato all'allegro chirurgo con il cuginetto di 5 anni recitando la parte del paziente? Ha scambiato i pastelli per dei grissini e ha cercato di mangiarseli? Io non mi capacito. Ma poi, questa matita si è piantata lì e nessuno ha visto niente? E lui non si è accorto di niente? Ti si pianta una matita nel palato e tu continui la tua vita fresco e trullo? Gliel'hanno impiantata gli alieni mentre dormiva? Questo tizio, quando è successo il misfatto, aveva 14 anni. Non era propriamente un bambino. A 14 anni ti accorgi se ti pugnalano il palato con una matita. Bisogna essere ben distratti per non accorgersi di nulla in questo modo. Sembra impossibile. Però è successo davvero.
Comunque la bella notizia è che la matita è stata rimossa con successo. I problemi di vista rimarranno permanenti, ma gli altri disturbi sono passati. Meno male. Spero che i medici gli abbiano fatto una TC total body per controllare che non avesse altri corpi estranei in giro per il corpo. Che ne so, magari un pennarello nella tibia. O un tubetto di tempera nella schiena. A questo punto tutto è possibile. Mi raccomando, d'ora in poi, quando avete mal di testa, controllatevi il palato. Non si sa mai cosa potreste trovarci.

lunedì 1 luglio 2013

C'era una volta la salsiccia unisex

C'era una volta la salsiccia unisex. E ora non c'è più. Ridatecela, per favore. Non sto scherzando. Come, non lo sapete? Allora ve lo dico io.
In Germania, patria della birra e delle salsicce per l'appunto, una catena di supermercati ha avuto un'idea geniale. Differenziare le salsicce. Wurstel separati. Uno per lui, ricco di grassi e gustoso. E uno per lei, leggero e che sa di niente. Ma sono diverse anche le confezioni. Per la serie, non c'è limite al sessismo: sulla confezione delle salsicce "da uomo" c'è una superfiga supermagra supertonica, mentre sulla confezione della salsiccia "da donna" c'è un supergnocco superpalestrato superabbronzato. Ovviamente nessuno ha apprezzato l'iniziativa. La stampa tedesca si è immediatamente scagliata contro questa iniziativa politicamente scorretta. E io mi unisco al coro.
Ma vi sembra il caso? Secondo voi, noi donne non abbiamo già abbastanza grane? Adesso non possiamo più goderci una salsiccia come si deve? Noi partoriamo e gli uomini no. Noi perdiamo sangue tutti i mesi e gli uomini no. Noi siamo obbligate a fare la pipì da sedute e gli uomini no. Almeno sulle salsicce, possiamo avere le pari opportunità? Voi uomini potete mangiare come maiali e ruttare come dinosauri e noi non possiamo neanche mangiare un normalissimo wurstel senza sentirci in colpa? Non vi sembra di esagerare?
Che poi, fatemi capire. Io, donna tedesca, vado al supermercato intenzionata a comprare delle salsicce. Delle grasse e gustose salsicce in cui affogare le delusioni e le frustrazioni della giornata. E secondo voi, esperti di marketing delle mie infradito (non siete degni neanche degli stivali), invece di comprare i wurstel pieni di grassi saturi che tanto fanno bene al morale, compro quelle salsiccette sciape e più magre delle gambe di Kate Moss solo perchè voi avete schiaffato la foto di un supermacho sulla confezione? Come minimo il tizio me lo dovete recapitare a casa. In carne e ossa. Salsiccia inclusa. Dopotutto, sessismo per sessismo, che almeno ce ne venga qualcosa in tasca. No?