Google+
Google+

martedì 22 aprile 2014

Carne fresca

Nella giornata di Pasqua, una mamma inglese ha deciso di portare i suoi due figli a fare una gita allo zoo, anzi al safari park. Una bella idea per passare una giornata di festa tutti insieme. Una bella idea che ha rischiato di trasformarsi in tragedia.
Il caso ha voluto che la macchina si rompesse e il motore prendesse fuoco. Ovviamente, non essendoci mai limite al peggio, dove ha preso fuoco la macchina? Nel recinto dei leoni. Se tutto questo fosse successo nel recinto delle scimmie, al massimo gli occupanti della macchina avrebbero rischiato di subire qualche marachella dei nostri lontani cugini. Nel recinto degli erbivori, invece, al massimo avrebbero rischiato di calpestare qualche escremento. E invece eccoli lì a rischiare la vita tra una macchina in fiamme e un branco di leoni che si stavano già leccando i baffi.
La donna ha prontamente suonato il clacson per attirare l'attenzione degli addetti al parco. Però, vedendo le fiamme uscire dal cofano della macchina, la nostra sfortunata eroina ha preferito scendere dal veicolo. Mossa ragionevole se ti trovi su una strada statale, prova di coraggio se sei accerchiato da quattro o cinque leoni. Gli operatori del parco le hanno vivamente consigliato di rimanere in auto, ma come biasimarla? Chi rimarrebbe con i propri figli su un'auto infuocata?
In tutto ciò, i leoni si sono mostrati molto interessati alla vicenda. Secondo me, erano più interessati alla carne umana fresca che a come sarebbe andata a finire questa faccenda della vettura in fiamme. Probabilmente si stavano già spartendo le porzioni. A quanto pare la gioia di una possibile battuta di caccia ha prevalso sulla paura del fuoco che caratterizza tutte le bestie feroci (uomo incluso). Lo trovo comprensibile. In natura i leoni non si cibano di carcasse pre-cacciate. Per loro sono l'equivalente dei nostri cibi pre-cotti: buoni in caso di necessità, ma nessuno ama mangiarli ogni santo giorno. Ricevere le gazzelle a domicilio va bene quando sei di fretta e hai cinque cuccioli da sfamare, ma nulla appaga come il cibo cacciato con le proprie zampe.
Comunque, tutto è bene quel che finisce bene. Il fuoco è stato spento e la famigliola è stata tratta in salvo. Nessuno è rimasto ferito. A parte i leoni, ovviamente. Loro già si stavano pregustando un delizioso pranzetto appena cacciato e se lo sono visto portare via. Sono delusioni da cui non ci si riprende facilmente.

giovedì 3 aprile 2014

Malati senza medici

È caldo in questi giorni il tema dei contratti per la formazione specialistica dei giovani medici.
Riassumo per i non addetti ai lavori. Nonostante i posti nelle facoltà di Medicina non abbiano fatto altro che aumentare negli ultimi 5 anni, i posti nelle Scuole di Specializzazione sono diminuiti inesorabilmente. Perché? Semplice. Gli specializzandi, in quanto medici laureati e abilitati, devono essere pagati. In tempi di crisi, si sa, i primi tagli si fanno all'istruzione e alla sanità. Nessuna speranza, quindi, per i poveri specializzandi che si trovano in questo limbo a metà strada tra il MIUR e il Ministero della Sanità.
E così i giovani medici e gli studenti di Medicina stanno cercando di farsi sentire. Oltre a qualche pacifica manifestazione, si è anche tentata la strada della petizione. Una petizione firmata da studenti, laureati, specializzandi e professori. Una cosa seria insomma.
Sinceramente, ho molti dubbi sul fatto che verremo ascoltati. Renzi è tutto impegnato a cercare di scollare gli onorevoli deretani dei Senatori dalle comode poltrone del Senato. La petizione di qualche migliaio di ragazzi non è cosa altrettanto prioritaria.
Il problema, cari miei lettori non-medici, è che quelli che dovrebbero preoccuparsi siete voi. Ora vi spiego perché.
Nei prossimi tre-quattro anni, questo sistema disastroso sfornerà circa 27mila medici disoccupati. Nel frattempo, circa 50mila medici specializzati e super esperti se ne andranno felicemente in pensione. I medici disoccupati se ne andranno allegramente all'estero alla ricerca di ciò che qui è stato loro negato: un lavoro.
Per quanto possa essere frustrante dover fare su baracca e burattini per cercare fortuna altrove, noi ci arrangeremo. Ma voi, voi che siete i nostri eventuali pazienti, cosa farete? Cosa farete quando non ci saranno abbastanza pediatri per i vostri bambini? Dove sbatterete la testa quando non ci saranno abbastanza chirurghi per operarvi di ernia e di appendicite? Chi vi salverà la vita se non ci saranno abbastanza medici in grado di riconoscere un infarto o un ictus?
Io posso anche adeguarmi e inventarmi un nuovo lavoro, ma voi non potrete andare da un meccanico a farvi aggiustare un braccio rotto o da un idraulico a farvi sturare una coronaria intasato. Forse è ora che iniziate a preoccuparvi.