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lunedì 21 settembre 2015

Miss Intelligenza

E' come se all'improvviso la popolazione italiana avesse improvvisamente aperto gli occhi. Come se tutti si fossero svegliati da un coma profondo che li manteneva alienati dalla realtà. E' bastata una dichiarazione scomoda di una ragazzina con il cervello grosso quanto una noce per far scatenare quella che a mio parere è una sparatoria contro la Croce Rossa.
Non fraintendetemi, non la sto difendendo. Credo che si debba avere il QI di Rosita (la gallina di Banderas, NdR) per dire "vorrei vivere nel '42...(pausa di riflessione prima di specificare il secolo)...intanto so' donna e la guerra non l'avrei fatta (risatina inopportuna)". A parte le donne partigiane, che la guerra l'hanno fatta in prima persona alla pari degli uomini. A parte le donne ebree, che sono state uccise brutalmente alla pari degli uomini. A parte le donne che hanno preferito farsi uccidere piuttosto che tradire l'amico ebreo o il marito partigiano. A parte tutte queste categorie, cara la mia ragazzina ebete, ci sono le donne che se ne stavano "a casa con la paura", come tu stessa avresti voluto fare, e nonostante ciò sono morte lo stesso. E sai perché? Perché quando ti lanciano una bomba sulla testa non importa se sei un uomo o una donna, un vecchio o un bambino. Le bombe colpiscono tutti, indistintamente. Un po' come le stronzate che escono dalla tua adorabile boccuccia. Anche quelle hanno colpito tutti.
Io dico, ce n'erano di cose che avresti potuto dire. Certo non avresti voluto essere Marie Curie che è morta di cancro dopo aver scoperto i raggi X. Sempre che tu sappia chi sia Marie Curie e cosa siano i raggi X. Però, per rimanere nel tuo ambito (che non ho ben chiaro quale sia, ma suppongo sia la bellezza), avresti potuto dire "vorrei essere Marilyn Monroe per scoparmi il Presidente degli Stati Uniti". Oppure "vorrei essere un faraone egizio per avere una piramide tutta mia". O ancora "vorrei essere Maria Antonietta per scoprire cosa si prova a essere ghigliottinati". Insomma, ce n'erano di stronzate a tua disposizione. E invece tu sei riuscita a fare di peggio.
Quello che mi chiedo io è: MA COSA VI ASPETTAVATE? E' un concorso di bellezza, non una conferenza tra premi Nobel. Io già mi stupisco quando qualche ex-Miss Italia riesce a ottenere qualche particina in una serie TV Rai. Certo non mi sconvolgo perché una ragazzina di 18 anni tira fuori un'affermazione idiota. Che poi, nonostante la gaffe, è stata eletta Miss Italia comunque. E nessuno si è indignato per questo. Il che mi sembra più grave.
Comunque, ho due proposte per evitare che un episodio del genere si ripeta in futuro.
Proposta numero 1: aboliamo Miss Italia. Non so voi, ma io sono un po' stanca di questa esposizione di cosce e culi come se fossimo dal salumiere. Ah, scusate. Io non sono un uomo, quindi per un qualche strano sillogismo le mie affermazioni sono dettate dall'invidia. Pardon.
Proposta numero 2: aboliamo le domande idiote durante il concorso di Miss Italia. Passiamo a prove pratiche maggiormente legate alla bellezza, alla grazia, al portamento. Non so, ad esempio la recitazione, la danza, la capacità di sfilare con i libri in testa. Così magari qualche nozione passa per osmosi. Hai visto mai.

venerdì 8 maggio 2015

Gente che odia

Sono passati mesi dal mio ultimo post. Potrei dare la colpa all'università, agli esami, ai tirocini. La verità, però, è che mi mancava l'ispirazione. Neanche l'idea di scagliarmi verbalmente contro i Black Block e i No Expo non mi ha fatto tornare la voglia di scrivere. A quanto pare serviva qualcosa di più forte. A quanto pare dovevano andare a toccare le persone a cui vorrei dedicare la mia carriera di medico. A quanto pare dovevano farmi incazzare sul serio. Bravi, ci siete riusciti.
Vi starete chiedendo cosa sia successo. Bene, ve lo dico subito.  Ho recentemente scoperto l'esistenza di una pagina Facebook a dir poco inquietante: "che schifo le donne incinta".
Partiamo dal fatto che, per la concordanza sostantivo-aggettivo che la lingua italiana ci impone, a mio parere il titolo è grammaticalmente scorretto. Ma, sinceramente, non ne faccio una questione di grammatica. Ne faccio una questione di idiozia.
Le pagine Facebook di persone che odiano e criticano questo e quello sono costantemente in aumento. Alcune fanno ridere, alcune fanno piangere, altre fanno solo incazzare.
Davanti alla pagina "ma che cazzo vuoi risvoltino di merda" ci si può fare una risata leggendo insulti rivolti alla moda, a mio parere assurda, di risvoltare i pantaloni fino a metà polpaccio. Può scappare una risata anche di fronte alle pagine che deridono il mondo delle fashion blogger e l'inarrestabile decadenza della nostra società. Ma sinceramente mi sfugge l'umorismo nella frase "picchiare una donna incinta non è un diritto, ma un dovere". Scusate, non sono abbastanza sveglia e non capisco quando arriva la parte divertente.
Sinceramente mi chiedo chi siano le menti eccelse che abbiano partorito (per restare in tema) una pagina del genere. Così come vorrei conoscere quelli che hanno creato la controparte post-partum "che schifo i neonati".
Gli amanti di queste pagine sostengono che sia solo innocuo black humor. Dicono che sono solo provocazioni al fine di far incazzare la gente e farsi due risate alle spalle di chi risponde alla provocazione con insulti e minacce. Ah ah ah. Ma che cosa divertente. Aspettate che ora mi rotolo sul pavimento in preda alle risate.
Ma stiamo scherzando? Vi fa davvero ridere insultare delle donne nel momento più bello e delicato della loro vita? E ditemi, vi fa ridere anche il fatto che qualcuno le picchi sul serio? Perché forse non ve ne siete accorti, alienati come siete dalla realtà, ma nel 2015 le donne sono ancora vittime di abusi e violenze come se fossimo nel Medioevo. Ci sono donne incinte che perdono il loro bambino perché il rifiuto umano con cui hanno deciso di passare la loro vita le fa cadere dalle scale o le prende a calci. E questo non fa ridere, fa solo piangere.
Infine, vorrei ricordarvi che anche voi siete stati neonati e che vostra madre (purtroppo per la società) è stata incinta. Anche se a giudicare dal vostro umorismo di merda non mi sento di escludere che abbiate sbagliato uscita e siate usciti due dita più in là.

lunedì 3 novembre 2014

Camici bianchi neri di rabbia

I neolaureati in Medicina e Chirurgia erano già abbastanza nervosetti ultimamente. Come biasimarli? Trovarsi a competere in 12mila per 5mila contratti da specializzandi non è una cosa che mette di buon umore, poco ma sicuro. Soprattutto se essere nei 7mila che restano fuori ti garantisce di non poter essere assunto da nessuna altra parte. Già, perchè in Italia, il Paese delle Meraviglie, essere laureato in Medicina non ti garantisce di poter fare il medico. Eh no, sarebbe troppo facile. Devi essere specializzato, se non vuoi passare la tua vita a fare la guardia medica o a sostituire i medici di base in caso di ferie o malattia.
All'ovvio e giustificabile nervosismo per la totale incertezza del proprio destino si è andata ad aggiungere l'angoscia per la novità dell'anno: il test nazionale. Belle le premesse su cui si basa, cioè ridurre il potere dei baroni universitari, un po' meno belle le possibili conseguenze, cioè rischiare di finire dall'altra parte dello stivale per poter avere un posto di lavoro.
Ma se già il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) aveva fatto 30, ecco che il CINECA, l'ente che prepara e elabora i test d'ingresso a Medicina e a cui è stata affidata l'organizzazione del test nazionale, ha pensato bene di fare 31. Eh si, il caro CINECA ha pensato bene di scambiare due delle tre prove del test. Mi spiego meglio. Le specializzazioni a cui un laureato in medicina può accedere sono suddivise in tre aree: Area Medica, Area Chirurgica e Area dei Servizi. Ogni candidato poteva concorrere per massimo 2 specialità all'interno di ogni area e il test si componeva di una parte "generale" dell'area scelta e una parte specifica riguardante la specializzazione per cui si concorreva. Si dà il caso che i test "generici" per l'area medica e per quella dei servizi siano stati scambiati. E gli aspiranti specializzandi si sono incazzati, Ma proprio tanto.
Il problema, a questo punto, è che chiunque rimanga fuori potrà fare ricorso sapendo di avere già la vittoria in tasca, Insomma, è come denunciare un chirurgo perché ti ha tolto il rene sbagliato:lui ha sbagliato, lui deve pagare. Tutti questi ricorsi costeranno parecchio al MIUR, senza contare che gli aspiranti specializzandi lividi di rabbia hanno già in programma una manifestazione per il 5 novembre per chiedere le dimissioni del Ministro e lo stanziamento di 12mila contratti per rimediare a questo pasticcio. Tutto questo verrebbe a costare 600 milioni di euro circa, Una cosina da nulla, insomma. Quando si dice "pagare caro un errore".