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giovedì 28 novembre 2013

Complimenti (s)graditi

Oggi ho voglia di accanirmi. Ho voglia di accanirmi contro tutti quegli uomini che spogliano le donne con gli occhi. Vi chiedo, per favore, di smetterla.
Capisco che qualsiasi uomo, vedendo Belen che mette in mostra la farfallina (e non sto a specificare quale farfallina), inizi a sbavare come il cane di Pavlov al suono della campanella. E capisco anche che la modella di Intimissimi che si struscia contro gli specchi sia arrapante quanto un film porno. Tutto questo è comprensibile. Dopotutto credo che quasi tutte le donne abbiano sbavato come lumache alla vista di Thor a torso nudo. Insomma, certi soggetti esistono per essere guardati.
Il problema, cari uomini, è che non potete guardare ogni esponente del genere femminile che non sia una signora in menopausa un po' troppo tornita con lo stesso sguardo del lupo cattivo di fronte a Cappuccetto Rosso. Oltre a essere squallido, è anche fastidioso. Soprattutto se sono le 8 del mattino e io ho due occhiaie più profonde del Mar Nero. Capisci che a quell'ora anche solo essere guardati è irritante, essere guardati come dei sex-symbol sa di presa per il culo.
Quello che poi mi fa incazzare maggiormente è il fatto che alcuni di questi soggetti ti rivolgono anche la parola. Ovviamente non per chiederti cortesemente l'ora. O per chiederti un'informazione. No, sarebbe troppo normale. Il must è "Ciao bella!". Ma ciao bella un par di cazzi. Tanto per cominciare "Ciao bella" lo puoi dire alla tua cagna quando ti fa le feste. Prendiamo come regola generale il fatto che se non mi conosci e non mi hai mai visto non mi saluti? Cosa ne dici? Tu risparmi il fiato e io risparmio il fegato. I più audaci si slanciano in un "Complimenti alla mamma!". Si, aspetta un attimo che la chiamo. "Ciao mamma, un tizio per strada ha detto di farti i complimenti. No, non credo si riferisse alla sciarpa che mi hai fatto ai ferri per Natale." Ma ce la fate? Giusto per puntualizzare, metà dei miei geni vengono da quel brav'uomo di mio padre, quindi qualche merito ogni tanto potremmo riconoscerglielo. E poi, esattamente, per cosa dovrei complimentarmi con la mia mamma? Non mi ha lavorata all'uncinetto. Nè si è messa a selezionare i miei geni uno per uno.
Se state pensando "va beh, ma se una va in giro mezza nuda.." vi interrompo subito. Queste scene pietose e vomitevoli mi sono capitate anche quando ero più coperta dei membri di una spedizione scientifica al Polo Sud. Il problema di questi uomini viscidi come lumache in una giornata di pioggia è che per loro qualunque donna è degna di un fischio, di una suonata di clacson, di un commento a voce bassa. Sono peggio dei ragazzini nel pieno della pubertà. Forse è ora di crescere.
Perchè noi donne non facciamo queste cose? Perchè non fischiamo dietro ai ragazzi superpalestrati che corrono al parco? Perchè non facciamo sorrisetti e commentini a ogni soggetto dotato di un pene che ci passa di fianco? Ma soprattutto, perchè questi uomini sottosviluppati non si sono ancora estinti?

martedì 26 novembre 2013

Età di coppia

Quando si è coinvolti in una relazione, non ci si rende conto dei cambiamenti che avvengono nel rapporto con il partner. Ma quando si osserva una coppietta dall'esterno, per esempio al ristorante, si può datare la relazione con una precisione pari a quella della datazione dei fossili con il carbonio 14.
Il primo stadio è rappresentato dai primi appuntamenti. Una coppia al primo appuntamento la riconosci lontano un miglio. Lei è acconciata e agghindata da red carpet. Lui sembra aver fatto il bagno nel profumo. La cena è scandita da momenti di silenzio imbarazzato in cui nessuno sa bene cosa dire o cosa fare. Lei se ne sta seduta come se la sedia fosse fatta di chiodi. Lui ha la faccia di uno che sta camminando sulle uova.
Poi c'è la fase dell'innamoramento. Lei è bellissima, non per niente ha passato circa 3 ore a prepararsi. Ed è innamorata persa. Così persa che a guardarla bene da vicino ha la stessa espressione di una marmotta appena uscito dal letargo. Lui, sempre inzuppato di profumo fino al midollo, mostra interesse per ogni singola parola che esca dalla bocca di lei. Goditi il momento, cocca, non durerà in eterno. Se si è seduti abbastanza vicino a questa adorabile coppietta si possono sentire le campane e gli uccellini cinguettanti nella testa dei due piccioncini. In questi casi è sempre meglio avere a disposizione una dose di insulina per evitare il coma iperglicemico. Dolci si, ma il troppo stroppia.
Passato l'innamoramento iniziale, ecco che la nostra coppia raggiunge la maturità. Lei è un po' meno bellissima. A volte è anche un po' sciatta. Lui non eccede più con il profumo. A volte se lo dimentica proprio. Niente più cinguettii e campane. I discorsi diventano più corposi. Lui partecipa alla conversazione in modo attivo senza più quell'aria da ebete adorante. Lei smette di guardarlo come se fosse un dio greco e ogni tanto lo zittisce pure. Durante la cena non mancano i momenti di silenzio, ma non è più un silenzio imbarazzato, è il silenzio di chi non ha bisogno di parlare per capirsi.
Infine c'è la coppia che sta per scoppiare. Lei è uscita senza neanche pettinarsi i capelli. Lui si è infilato la stessa tuta con cui va a giocare a calcio. Non mancano tre o quattro discussioni durante la cena. Entrambi guardano più frequentemente il loro smartphone del proprio partner. Sorrisi e cuoricini sono un lontano ricordo. O forse sono rivolti a qualcuno che non è seduto a quel tavolo. Il silenzio è così denso di significato che si taglia con il coltello. Ma in realtà l'unica cosa a cui dare un taglio sarebbe proprio questa relazione.
(Sono consapevole di aver estremizzato un po' le descrizioni, ma vi invito a osservare le coppiette attorno a voi la prossima volta che andrete al ristorante. Vedrete che non sono andata poi così lontana dalla realtà.)

domenica 24 novembre 2013

Senza parole

Ed è proprio quando credi di averle ormai viste e sentite tutte che arriva la notizia che ti lascia a bocca aperta. O meglio, per restare in tema, senza parole. Pare che l'ultima moda tra i single londinesi sia proprio stare in silenzio. Quando? Agli appuntamenti, ovvio.
Mi spiego meglio. Molti di voi, se non tutti, conoscono già lo speed dating, quel modo un po' strano e un po' caotico di cercare l'anima gemella. Un minuto per capire se chi hai davanti vale un appuntamento vero o no. Un minuto per capire se chi hai davanti potrebbe diventare l'uomo (o la donna) della tua vita. Beh, io già avrei dei problemi con questa cosa. Due terzi delle mie più grandi amiche mi sono risultate insopportabili quando le ho conosciute. Con la prima impressione prendo sempre delle cantonate.
Ma veniamo alla nuova moda: lo "Shhh date". Uno speed date senza parlare. E' permesso solo scrivere, gesticolare e fare dei versi senza senso. Il tutto preceduto da una sessione di "riscaldamento" per prendere coscienza del proprio corpo. Inspiegabilmente, questa nuova modalità di appuntamento fa il tutto-venduto a ogni serata. E, ovviamente, non impiegherà molto ad arrivare anche in Italia.
Molti sono entusiasti perchè guardandosi negli occhi e non potendo cianciare a ruota libera è più facile comunicare su un piano più profondo. Questa mi sa di motivazione da donna. Le motivazioni maschili, secondo me, sono altre: finalmente c'è un luogo dove le donne non parlano. Ammettetelo, vi piace per quello. Altro che guardarsi negli occhi e stabilire un contatto intimo: potete evitare di passare tutto l'appuntamento a fingervi interessate alle chiacchiere incessanti dell'ennesima esponente del genere femminile. Non per niente questa idea è venuta a un uomo.
Sarà che io sono logorroica e per me stare zitta e morire è la stessa cosa, ma io sono un po' perplessa. Come fai a capire se quello è l'uomo giusto? C'è il rischio di lasciarsi ingannare dalle apparenze: il tipico belloccio che appena apre bocca ti fa drizzare i capelli e la tipica Barbie che non sa produrre una frase di senso compiuto farebbero un figurone. E poi il modo in cui si parla è importante. Cosa fai se ti trovi davanti uno strafigo e poi all'appuntamento vero scopri che ha la voce come quella di Paperino? Riesci davvero a resistere tutta una cena senza scoppiargli a ridere in faccia?
Se lo scopo di questa nuova modalità di caccia all'anima gemella è quello di evitare silenzi imbarazzanti e pause troppo lunghe tra un argomento di conversazione e l'altro, mi sembra solo un modo per posticipare il problema. Dopotutto, comunicare solo con gli sguardi in una coppia è una cosa che si impara a fare con il tempo. E 60 secondi non saranno mai abbastanza.

domenica 17 novembre 2013

Shopping maschio

Gli uomini, nel loro rapporto con lo shopping, si dividono in tre categorie: metrosexual/gay, decisi e insicuri.
Per quanto riguarda la prima categoria, c'è ben poco da dire: sono come le donne o forse anche peggio. Spendono quantitativi di denaro impensabili per comprare la polo superfirmata, il jeans all'ultima moda, la cintura edizione limitata dello stilista più innovatore che c'è. Possono risultare irritanti quando ti impediscono di entrare nel negozietto a buon mercato che ti piaceva tanto tanto, ma tutto sommato si possono sopportare.
Poi ci sono gli uomini decisi. Loro sanno esattamente cosa vogliono e quando lo vogliono. Nel senso che magari passano sei mesi senza mettere piede in un negozio, ma quando poi ci entrano battono tutti i record di numero di acquisti per ora di shopping. Entrano, vedono una cosa di loro gradimento, la provano, la comprano ed escono. Sono capaci di girare 5 negozi in 45 minuti e arrivare a casa con una decina di sacchetti. Inutile dire che con loro lo shopping non è propriamente esaltante, ma per lo meno è rapido e indolore. Breve ma intenso.
Infine, gli insicuri. Accompagnare loro a fare shopping è divertente come camminare sui chiodi. Mediamente impiegano due settimane (che diventano tre se all'insicurezza si aggiunge un po' di sana avarizia) a convincersi della necessità di fare shopping. L'opera di convincimento viene solitamente svolta dalla fidanzata, che ha anche il compito ingrato di partecipare all'impresa. Solitamente si parte con una contrattazione sul numero di capi necessari, con tanto di argomentazioni pro e contro l'avere solo 2 paia di jeans e 5 polo (di cui 3 sbiadite). A questo punto, il nostro insicuro si ostinerà a entrare in almeno 5 negozi, pur sapendo che in 4 di questi non ha mai trovato nulla che fosse di suo gradimento e mai lo troverà. Inoltre, governato da timidezza e paura di essere notato, rifiuta anche solo di prendere in considerazione tutti i colori che possono essere definiti tali: viola/rosa (troppo femminile), rosso (troppo appariscente), giallo (troppo allegro), turchese (troppo sgargiante), verde (semplicemente troppo). Rimangono quindi: blu (rigorosamente scuro), nero (il più delle volte scartato perchè troppo serio), grigio (un evergreen) e beige (non sempre apprezzato). Una volta che il 90% dei colori è stato prontamente scartato, ecco che il nostro insicuro si appresta a provare qualche capo (mai più di 3 per volta). A questo punto, bisogna tirarlo fuori dal camerino prendendolo per le orecchie perchè lui, non lo direste mai, si vergogna. Inutile spiegargli che la gente nei negozi si fa mediamente i fattacci suoi. Una volta che è stato tirato fuori quasi per i capelli, eccolo che si guarda allo specchio con aria imbarazzata e colpevole. Se lo trovassero con le mani dentro la cassa, l'espressione sarebbe la stessa. A questo punto, dopo 10 minuti di rassicurazioni per ogni capo, il nostro eroe si convince che FORSE quello che sta provando gli sta bene. E così, 4 ore e 5 negozi dopo, ecco che il nostro eroe arriva a casa con la metà di quello che aveva bisogno. Mentre la sua ragazza prende appuntamento con l'analista per superare il trauma.
(Ovviamente queste sono estremizzazioni per far sorridere le donne e, perchè no, anche gli uomini. Spero di non aver offeso nessuno, in tal caso chiedo venia.)

giovedì 14 novembre 2013

Unghie improbabili

La "Regina della Nail Art" torna a tenere banco su unghie e smalti. Se devo essere sincera non ne sentivo la mancanza. Non ho niente contro Mikeligna, per la carità. Sono sicura che, nel profondo, sia una ragazza semplice e adorabile. E' il suo programma che mi fa venire l'ulcera.
Tanto per cominciare non sopporto l'essere presa per i fondelli. Il programma si apre con Mikeligna che dà una serie di informazioni sulla sua prossima vittima. E fin qui va bene. Già sulle motivazioni che inducono queste poverette a sottoporsi alla pubblica umiliazione io ho delle riserve. Voglio dire, sono motivi che fanno acqua da tutte le parti. Una che vuole la manicure per la festa di compleanno della cugina. L'altra che vuole una nail art speciale per il suo esame di maturità. L'altra ancora che vuole avere unghie perfette quando porta il fratellino ai giardini. Ok, sto esagerando, ma il livello è quello.
Dopo che la padrona di casa ci ha presentato la sua ospite, ecco che vediamo entrare la vittima designata. Ed è qui che mi sento presa per una ritardata. Si, perchè a questo punto inizia una conversazione vuota come un barattolo di miele passato tra le zampe di Winnie the Pooh. E su cosa verte la conversazione? Su chi è l'ospite e cosa vuole. Ma di nuovo? Non ho l'Alzheimer, sai? Dopo le frivole ciance in italiano stentato, ecco che Mikeligna si illumina come una lampadina a basso consumo ed esclama il nome della nail art che eseguirà per la sua allieva. Inutile dire che il nome non ha il benchè minimo significato nè in inglese, nè in italiano, nè in nessuna altra lingua. Probabilmente accosta le prime tre parole in inglese che le vengono in mente.
A questo punto una voce fuori campo ci informa di quali siano gli "ingredienti" per la nail art in questione. L'elenco è lungo come la lista della spesa per il cenone di Capodanno. Solitamente vengono menzionati smalti e strumenti di cui io ignoravo completamente l'esistenza fino a 10 secondi prima, ma questo forse è un mio problema di ignoranza incolmabile. Dopo l'occorrente, vengono citate le caratteristiche dell'opera d'arte: tempo di esecuzione, colore dominante, lunghezza ottimale delle unghie. I tempi di esecuzione sono calcolati basandosi su una come Mikeligna, che nella sua vita cambia più nail art che mutande. La donna media impiega almeno il triplo del tempo, senza contare le ore passate alla ricerca (estenuante) dell'occorrente.
Ma ecco che, finalmente, inizia la pubblica umiliazione dell'agnello sacrificale. Eh si, perchè Mikeligna non ti fa la manicure. Mikeligna ti "insegna" a fartela da sola. Iniziano velati insulti alle unghie ingiallite, rimproveri per aver steso lo smalto troppo vicino alle cuticole e piccole critiche all'operato della malcapitata. Il tutto intervallato da blandi tentativi di fare conversazione e da consigli non richiesti. Ma ecco che, dopo aver sudato sette camicie e aver usato 10 smalti diversi, la manicure è completata. Ovviamente l'opera è completata solo in una mano. Per fortuna non ti umiliano al punto di far vedere al mondo quanto te la cavi male con la mano sinistra.
Dopo che il pubblico ha avuto modo di constatare che la nail art di Mikeligna è di qualità nettamente superiore rispetto a quella dell'ospite, ecco che l'allieva si spreca in lodi alla manicure dal dubbio gusto creata appositamente per lei dalla sua irraggiungibile maestra. A questo punto viene consegnata all'allieva una scatola con tutto l'occorrente per ripetere questa mirabolante opera d'arte prima dell'evento per cui è stata appositamente pensata. Segue qualche minuto dedicato alla rubrica "Tutti mi chiedono.." in cui Mikeligna risponde alle domande che più frequentemente le vengono poste (non si sa bene da chi), poi il tutto riparte con la seconda e ultima vittima della puntata.
Quello che mi chiedo io è: quante donne che vedono questo programma hanno le capacità, il tempo, la voglia e soprattutto i soldi per replicare le "meravigliose" creazioni di Mikeligna? Quante donne sono disposte a sprecare un'ora della loro giornata per una nail art che si rovinerà esattamente 5 secondi dopo averla completata? E soprattutto, quante donne hanno un'ora di tempo da sprecare in simili attività?

domenica 10 novembre 2013

Soluzioni drastiche

Bisogna ammetterlo: organizzare un matrimonio è un gran casino. Bomboniere, fiori, inviti. Si fa presto a dimenticare qualcosina. Per esempio, ci si può dimenticare di prenotare il ristorante per il ricevimento.
E' proprio quello che è successo a uno sbadato sposo di Liverpool. Il giorno delle nozze, arrivato in municipio per sposarsi, ecco che gli viene in mente di essersi scordato qualcosa. Che fare? Affrontare l'imbarazzo nel dover spiegare alla sposina e a tutti i parenti perchè avrebbero saltato il pranzo? Rischiare di dover firmare le carte per il divorzio 10 minuti dopo aver firmato le carte per il matrimonio? Si sa, noi donne il giorno del matrimonio siamo molto nervose. E se siamo nervose reagiamo male, molto male. Come risolvere questo inghippo?
Ecco che gli si accende la lampadina: basta far saltare il matrimonio. E così il nostro sbadato eroe decide di fare una bella telefonata da un telefono pubblico. A chi telefona? Al municipio per avvertire che da lì a poco sarebbe esplosa una bomba. Bravo. Un'idea geniale. L'edificio è stato evacuato e il matrimonio rinviato. Missione compiuta. O forse no.
La polizia non ha impiegato molto a risalire a lui come autore della telefonata. Evidentemente la polizia inglese ha imparato qualcosa dagli insegnamenti di Sherlock Holmes. In Italia probabilmente starebbero ancora brancolando nel buio. E così l'hanno preso, l'hanno arrestato e l'hanno condannato a un anno di reclusione.
Secondo me l'hanno fatto per solidarietà maschile. I poliziotti avranno considerato che era meglio toglierlo dalle sgrinfie della moglie prima che lei lo uccidesse. Quanto può essere feroce una donna a cui hai fatto deliberatamente andare a rotoli quello che poteva essere il giorno più importante della sua vita? Secondo me raggiunge livelli di ferocia inimmaginabili.
Nonostante tutto, sembra che i due aspiranti sposi stiano ancora insieme. O almeno questo è quello che ha dichiarato l'avvocato dell'uomo. Probabilmente l'aspirante sposina è rimasta folgorata dal fascino del galeotto. Oppure aspetta che lui esca dalla galera per fargliela pagare a dovere. Dopotutto la vendetta è un piatto che va servito freddo.

giovedì 7 novembre 2013

Malattia mensile

Ho recentemente (cioè ieri) scoperto che sul web esiste un sito chiamato "The Period Store". Ora, per quelle di voi che conoscono un minimo di inglese sarà facile immaginare di cosa stiamo parlando. Per le altre, se non l'avessero intuito, parliamo di ciclo mestruale. Cosa fa questo benedetto Period Store? Molto semplice. Pagando un abbonamento mensile che varia dai 15 ai 30 $, ti recapitano a casa una scatola contenente tutto quello che può servirti per goderti al meglio "quei giorni". Si sa, ognuna ha le sue esigenze. Infatti qui possiamo trovare tutto ciò che può servire a una donna "ciclata": the, tisane, cioccolata, borse per l'acqua calda, rimedi naturali. Chi più ne ha più ne metta.
Ora, ammetto che è un'idea carina. Il servizio in questione promette addirittura, facendoti compilare un modulo riguardante la regolarità del tuo ciclo, di farti recapitare il pacco proprio in tempo per il "giorno X" (sperando che le poste americane funzionino meglio di quelle italiane). Così, come si evince dal disegno illustrativo, potrai passare "quei giorni" coricata sul divano avvolta nelle coperte a strafogarti di cioccolato e a maledire la natura crudele che ti ha inflitto questa ciclica sofferenza.
A questo punto, io vorrei conoscere colui che ha avuto questa brillante idea. Sono sicura al 90% che sia un uomo. Solo loro possono avere questa visione così teatrale del ciclo mestruale. Forse sono io che conosco solo delle "super-donne", ma io non ho mai conosciuto nessuna che "in quei giorni" se ne sta tutto il tempo a crogiolarsi sul divano tra una tisana e una scatola di cioccolatini. Soprattutto non so quante donne che studiano, lavorano o mandano avanti una famiglia possano permettersi una settimana di "malattia" e completa inattività al mese. Magari, dato che il sito è americano, negli USA le donne funzionano diversamente. Anche se ne dubito.
Quello che mi chiedo è: ci avete prese per rincoglionite? Secondo voi, aspettavamo che arrivaste voi con i vostri assorbenti a domicilio? Esistono dei luoghi magici chiamati "supermercati" dove le donne possono trovare assorbenti, tisane, cioccolata e borse dell'acqua calda ogni giorno del mese. E, pensate un po', questi luoghi le donne li frequentano come minimo una volta a settimana perchè vanno a farci una cosa che si chiama "spesa". Avete presente? Quella che ci permette di prepararvi la cena quando arrivate a casa affamati come dei bisonti. Voi non ci crederete mai, ma noi donne siamo anche dotate di un organo molto complesso chiamato "cervello" che ci permette di sapere se e quando comprare assorbenti e cianfrusaglie varie. Incredibile, vero? Il ciclo mestruale non è una malattia. E' grazie a quello che vi mettiamo al mondo. Smettete di trattarci come delle appestate rimbambite solo perchè di quando in quando siamo in balia degli ormoni. Grazie.

martedì 5 novembre 2013

Babymamma

Di fronte a certe notizie non so mai se ridere o se piangere. Questa volta cercherò di prenderla sul ridere. Dopotutto sono un'inguaribile ottimista.
Una ragazzina, o meglio una bambina, di 11 anni è incinta. Il futuro padre ha 17 anni. La futura nonna materna ne ha 24. La ragazzina aveva cercato di nascondere la gravidanza, ma arrivati a 5 mesi la pancia si è fatta troppo evidente e una visita ginecologica ha svelato il mistero. Solo quegli imbranati degli americani riescono ad accorgersi della gravidanza 5 minuti prima di sfornare il pargolo. Noi italiani siamo più svegli. E anche più precoci a quanto pare. Precocissimi.
Beh, io vorrei ringraziare questa ragazzina. Ti ringrazio a nome delle studentesse universitarie di tutta Italia. Grazie per il tuo contributo ad abbassare l'età media delle donne che partoriscono il loro primo figlio. Grazie a te potremo permetterci di non fare figli fino a 40 anni. Te ne sono grata, mi hai tolto un peso dalla coscienza.
Si potrebbe sollevare l'obiezione che se la madre ha avuto la figlia a 13 anni e questa a 11 è già incinta, forse c'è qualcosa di sbagliato. Forse a 24 anni non si è pronti per fare da madre a una ragazzina alle soglie dell'adolescenza. Oppure possiamo continuare a metterla sul ridere. Dopotutto se mantenete questa progressione aritmetica, la nipotina potrebbe farsi mettere incinta a soli 9 anni. Siamo un po' tirati con i tempi dell'orologio biologico ma secondo me ce la si può fare. Così diventereste la nonna e la bisnonna più giovani del mondo, all'età rispettivamente di 20 e 33 anni. Roba da Guinness World Record.
L'unica cosa che trovo davvero divertente in questa triste storia è il fatto che la madre abbia chiesto agli insegnanti della scuola di sua figlia di mantenere una certa riservatezza. Due giorni dopo la notizia aveva già fatto il giro del Salento. Obiettivamente, signora futura nonna, cosa pretendevi? Tua figlia fa le medie. I ragazzini delle medie saranno anche incoscienti e immaturi, ma non sono scemi. Se la pancia di una loro compagna di classe inizia a lievitare come una torta in forno due domandine se le fanno. E poi si danno anche delle risposte.

domenica 3 novembre 2013

Chi è la bestia?

Non ho mai negato di preferire gli animali a molti esseri umani. Dopo aver letto quello che sto per scrivere, molti di voi concorderanno con me.
A Torino qualche simpaticone in vena di scherzi lascia dei bocconi di carne pieni di chiodi nei parchi. La conseguenza è palese: il cane trova il boccone e lo mangia, il chiodo gli perfora lo stomaco e lui muore. Tra atroci sofferenze. Uno scherzo davvero divertente. Complimenti vivissimi.
Io vorrei davvero conoscere la persona che lascia questi maledetti bocconi. Se leggi il mio blog, palesati. Voglio davvero vederti in faccia, viscido essere. Se mi fai sapere qual è il tuo piatto preferito ti invito anche a cena. Penso che mi prenderò qualche libertà sulla farcitura. Lassativi? Petardi? Ammoniaca? Non ho ancora deciso. Se avete delle proposte alternative, non esitate a contattarmi. Ogni consiglio è ben accetto.
No, non vi preoccupate, non commetterei mai un omicidio. Certa gente non merita di morire. Merita di vivere a lungo tra le peggiori sofferenze. La morte è troppo poco. Quello che mi chiedo è cosa spinge questo soggetto a lasciare quei bocconi. Noia? Frustrazione? Odio? Qual è il tuo problema? Ti danno fastidio gli animali? Sai, a me danno fastidio tante cose. E anche tante persone. Non per questo vado in giro con un mitra a fare stragi. Non ti piacciono i cani? Probabilmente tu non piaci a loro. E' quello il problema? I cani ti odiano e ti ringhiano contro quando ti incontrano per strada? Forse perchè loro sanno chi sei veramente. Un lurido bastardo.
E' vero, forse sto esagerando. Dopotutto sono solo cani. Sono solo delle stupide bestie. O forse no. Sono i nostri compagni di vita. Ci accolgono pieni di gioia ogni volta che torniamo a casa, anche se li abbiamo lasciati soli tutto il giorno. Ci amano incondizionatamente, più di quanto qualunque altro umano sarà mai in grado di fare. A un cane non importa dei nostri pregi, nè dei nostri difetti. A un cane non importa chi siamo o quanti soldi abbiamo. A un cane non importa quali sono i nostri meriti e quali i nostri fallimenti. Un cane è in grado di rimanere immobile sulla tomba del proprio padrone fino a morire di inedia. Nessun uomo farebbe mai altrettanto. Chi è la bestia, adesso?