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mercoledì 28 maggio 2014

Lettera a Grillo

Caro (neanche troppo) Beppe, mi sembra giusto dedicare anche a te un angolino del mio blog come ho fatto per il tuo amico Matteo. Spero ti sia arrivata la cassa di Maalox che ti ho spedito ieri. Sono sicura che ne farai buon uso.
Sinceramente, non mi sei mai stato simpatico. Forse un pochino, quando facevi ancora il comico, prima di iniziare a mandare tutti indistintamente a fare in culo. Ma già dal primo Vaffa Day hai iniziato a causarmi svariati attacchi di orticaria e di ulcera gastrica.
La realtà, Beppe, è che sei vecchio. O meglio, sei un vecchio che si crede giovane. La peggior specie. Tu e quell'altro squilibrato con il cappellino che ha profetizzato l'Apocalisse. Avete questa mania della "Rete", come se il web potesse risolvere tutti i mali del mondo. Qualunque cretino può dire la sua sul web, sotto mille alias diversi. Io ne sono la prova. Sto scrivendo cattiverie contro di te impunemente. Impunemente fino a che qualche tuo invasato più sociopatico degli altri non verrà a casa mia a riempirmi di botte.
Non ho niente contro la maggioranza dei tuoi elettori, per la carità. Al massimo sono loro che hanno qualcosa contro di me. Il fatto è che in mezzo ai tanti grillini armati delle migliori intenzioni e spinti dai più puri sentimenti, ci sono altri meno puri e pronti ad armarsi di spranghe per "venire a prendere tutti quelli che hanno votato per Renzi e per Forza Italia e ammazzarli tutti come gli ebrei". Ecco, sono questi soggetti che mi fanno paura. E sono questi soggetti che tu fomenti con le tue urla al vento e i tuoi cazziatoni a pioggia.
Ci sono tante cose che non mi piacciono di te. Ad esempio il fatto che cacci dal Movimento chiunque osi non essere pienamente d'accordo con te su ogni questione. O il fatto che devi sempre affibbiare a tutti nomignoli e soprannomi offensivi. Tu e quell'altro con il nome da formaggio mi sembrate dei barboni della stazione con quei capelli lunghi e disordinati, ma mica te lo vengo a dire. Ops, l'ho appena fatto. Pardon.
Mi dispiace solo una cosa, Beppe. Ancora una volta non hai capito un bel niente. Hai detto, senza urlare fortunatamente, che avete perso per colpa dei pensionati. Mentre i tuoi seguaci hanno stabilito che chi ha votato PD l'ha fatto perché si è venduto per 80 euro. Mi sento in dovere di smentirvi. Non mi vergogno di ammettere di aver votato per il PD. E, guarda caso, non sono né una pensionata né una delle fortunate persone che riceveranno questi benedetti 80 euro.
Ti dirò di più, caro il mio Grillo strillante. Conosco persone (non pensionate) che hanno sempre avuto idee ben lontane da quelle del PD ma questa volta hanno deciso di dare il loro voto a Renzi. E sai perché? Perché avevano paura che tu vincessi. Tu che dopo aver infilato qualche tuo scagnozzo in Parlamento non hai fatto altro che sbraitare e fare ostruzionismo. Tu che ti sei rifiutato di accordarti con chicchessia mettendo i bastoni tra le ruote a tutti. Tu che hai messo in Parlamento un manipolo di casinari che non ha portato alcun miglioramento alla nostra povera Italia. Forse è ora, caro Beppe, di farti un esamino di coscienza e pensare che forse questo risultato è solo colpa tua.
Senza affetto,
Una fan di Renzi

Ah, per la cronaca, in questo blog non decide la rete, quindi qualsiasi commento a me sgradito verrà eliminato senza pietà. Dopotutto voi grillini siete abituati a questo genere di "democrazia".

lunedì 19 maggio 2014

Le patatine di Rocco

Pensavo (e soprattutto speravo) che avessero archiviato per sempre quell'orribile pubblicità. Invece eccola di nuovo ad avvelenarmi il fegato. Più irritante dell'uomo Conad, più sessista di una partita di calcio.
Per chi non l'avesse ancora capito, mi riferisco alla pubblicità delle patatine in cui Rocco Siffredi gira tra dozzine di donne bellissime con un pacco di patatine in mano facendo allusioni sessuali non troppo velate.
Era un po' che Rocco non si faceva vedere. Pensavo che le femministe avessero minacciato di tranciargli i preziosi attributi se non l'avesse piantata con quella pubblicità. E invece no. E' di nuovo qui.
Non ho ancora deciso quale sia la cosa che mi dà più fastidio di quella pubblicità: il fatto che le donne vengano spudoratamente identificate con le loro parti intime, il fatto che le loro parti intime vengano paragonate a degli snack per bambini o il fatto che, per la proprietà transitiva, le donne vengano identificate con degli alimenti. Quello che è certo è che non vorrei mai essere al posto di una mamma con un figlio troppo sveglio che fa domande su quella pubblicità.
Caro Rocco, mi fa piacere che tu le abbia provate tutte. Anche se, volendo puntualizzare, è il tuo inquilino del piano di sotto ad averle provate. Viste le sue dimensioni si può praticamente considerare un essere dotato di vita propria. Potresti far parlare lui, già che ci sei.
Mi chiedo solo che fine hanno fatto le femministe indignate. Quelle che considerano Miss Italia la causa di tutti i mali. Quelle che sono pronte a strillare se in una pubblicità viene inquadrata una donna un po' più scoperta del necessario. Quelle che trovano deplorevole il fatto che delle giovani donne accettino di intrattenere gli ospiti di Berlu ad Arcore in cambio di una palata di soldi. Tutte queste femministe, dove sono adesso? Perchè lasciano che un pornodivo parli in questo modo del gentil sesso?
Forse sono io che sono paranoica, polemica e permalosa, ma trovo mille volte più offensivo essere paragonata a una patatina che vedere un centinaio di illuse sfilare a Miss Italia in cerca del trampolino di lancio per la fama e la gloria. Boicotterei quella marca di snack se non fosse che il mio cervello non ricorda quando è stata l'ultima volta che il mio stomaco gli ha ordinato di comprare delle patatine o dei pop corn. Non potendo boicottare, polemizzo. Attività che mi riesce sempre bene.

giovedì 15 maggio 2014

Jogging: una battaglia persa

Arriva un momento, quando il sole primaverile riesce a prevalere sull'inesorabile pioggia altrettanto primaverile, in cui anche tu decidi che è ora di fare un qualche tipo di attività fisica. C'è chi lo fa espressamente per prepararsi alla prova costume e chi vuole solo evitare di diventare gobbo come Leopardi e obeso come un adolescente americano. Qualunque sia la motivazione, il risultato non cambia.
E così, alla prima giornata di sole, riesumi le tue scarpe da corsa, rintracci le T-shirt seppellite sotto i maglioni di lana e recuperi i pantaloncini corti dai meandri dell'armadio. Ti leghi i capelli, ti tiri indietro la frangia e sei pronta per partire. Il tuo specchio, se potesse parlare, ti riderebbe in faccia chiedendoti "ma dove credi di andare?" Per fortuna, non può farlo e almeno questa umiliazione ti viene risparmiata.
Arrivata al parco arriva la prima batosta. Sono tutti decisamente più abbronzati di te. Mentre ti arrovelli il cervello per capire come abbiano fatto a diventare neri come Carlo Conti se nell'ultimo mese ha piovuto più a Torino che in Irlanda, inizi a correre. Correre è una parola grossa. Corricchiare. Agonizzare forse sarebbe più appropriato. E diventa decisamente appropriato quando ti rendi conto che sei già stata superata da almeno 5 over 60.
Quello che ti fa veramente venire il sangue marcio, però, sono le altre ragazze. La maggior parte di loro sembra uscita da una boutique. Mentre tu stai rantolando perchè hai già battuto il tuo record personale (10 minuti tondi tondi) loro se ne vanno correndo con passo regolare e respiro per nulla affannato. Convinta di avere le allucinazioni a causa dell'eccesso di acido lattico prodotto dai tuoi affaticati muscoli, ti rifiuti di credere che quegli inquietanti automi si siano davvero truccate per andare a fare jogging.
Un'ora dopo, rivedi la stessa ragazza. La sua andatura è la stessa di prima. I suoi capelli continuano a essere impeccabili. Il suo trucco non è minimamente sbavato. E lei non è per nulla sudata. Tu, intanto, hai deciso di rendere produttiva la tua sessione di jogging durata 10 minuti camminando per i successivi 50. I tuoi capelli assomigliano a un nido di rondini. La tua faccia è più rossa di un peperoncino calabrese. Stai sudando da tutti i pori, anche da quelli che non sapevi di avere. E complessivamente sembri uscita da un cassonetto. Nel frattempo, però, hai sfamato una decina di scoiattoli, sei stata abbordata da un paio di maniaci e hai rimorchiato almeno cinque vecchietti, troppo rimbambiti per rendersi conto del tuo stato pietoso.
A questo punto, puoi tornare a casa a riseppellire il tuo armamentario da corsa fino al prossimo senso di colpa. Quest'estate, male che vada, la prova costume cercherai di superarla puntando sulla simpatia.

martedì 13 maggio 2014

Vip minorati

Ero in preda a un blocco creativo, fino a quando la mia amica Benni mi ha fatto scoprire un angolo di Facebook a me totalmente sconosciuto. Dopo un primo momento di autismo da shock, ho brillantemente superato il blocco. Non potevo non condividere con i miei cari lettori questa perla.
Stiamo parlando di una pagina Fb con circa 3000 "mi piace" chiamata "Vip di torino". Sì, con la "t" minuscola. Già questo dovrebbe esservi d'aiuto nell'immaginare la levatura culturale della pagina in questione. A detta della mia amica, esistono pagine analoghe anche per altre città d'Italia. Perdonatemi, ma non ho avuto il coraggio di verificare. Ho deciso di fidarmi sulla parola. Ero già abbastanza perplessa così.
Lo scopo di questa pagina, se proprio vogliamo trovargliene uno, è quello di pubblicare foto di persone. Mi spiego meglio. Un soggetto interessato, invia la sua foto e il suo nome alla pagina e l'amministratore la pubblica. Rigorosamente con il commento "Quanti like per (nome del soggetto)? :)" E fin qui sarebbe una cosa quasi accettabile. Gioia e dolore di qualunque soggetto con un disturbo narcisistico di personalità, ma comunque accettabile.
Il problema, a mio parere (e anche a parere di chi mi ha segnalato questa pagina), è che l'età media dei soggetti in questione si assesta attorno ai 13 anni. No, non sto scherzando. Tanto per cominciare vorrei sapere per quale motivo questi bimbiminkia si arrogano il diritto di farsi chiamare "Vip". Secondariamente, vorrei capire perchè dei ragazzini di 12-13 anni sentono il bisogno di far pubblicare le loro foto su Fb per ricevere dei "like". Dio, quanto odio la parola "like".
Ciò che rende inquietante questa pagina, però, sono i contenuti delle foto. Non dovete pensare che ci siano dei normali ragazzini che cercano popolarità condividendo con gli internauti le loro foto migliori. E' molto peggio di così. C'è Alessia, dell'apparente età di 14 anni (anagraficamente ne ha probabilmente meno), che indossa un abitino striminzito cosparso di paillettes più adatto a una coniglietta di Playboy che a un'adolescente. Poi c'è Giuseppe, 6 anni per gamba, che con sguardo di sfida fuma una sigaretta con la mano sinistra mentre nella destra tiene un cartello "Vietato fumare". E come dimenticare Alice, 13 anni a essere generosi, che si mostra al mondo in mutande e canottiera con un'espressione degna delle peggiori fashion blogger?
Quello che mi chiedo è: ma perchè? Perchè questi ragazzini hanno bisogno di cercare conferme in questo modo? Perchè c'è qualcuno che li asseconda tenendo in piedi questa pagina degli orrori? E soprattutto, perchè a nessuno è ancora venuto in mente di chiudere questo scempio?

martedì 6 maggio 2014

Ultras incarogniti

Ho già dimostrato in un post precedente di capire poco o nulla di calcio. Ammetto le mie colpe e i miei limiti di donna totalmente estranea a questo e ad altri sport. Il fatto che io non mi intenda di calcio, però, non fa di me una persona incapace di capire la differenza tra un tifoso e un animale.
Quello che è certo è che, tifosi o ultras che essi siano, questi soggetti dalla spranga facile non hanno alcun diritto di attaccare rissa ovunque seminando violenza e distruzione. Così come non sono autorizzati a lanciare fumogeni o a spingere motorini giù dalle gradinate. Che poi, come ci era arrivato quel benedetto motorino dentro lo stadio? Mistero.
Per risolvere l'annoso problema dei "tifosi" che si menano impunemente, io vorrei avanzare una proposta. Organizziamo un "Campionato del Tifoso". Apriamo gli stadi e ci mettiamo dentro gli ultras più agguerriti. Vietate le armi da fuoco, per il resto tutto è lecito. Che si prendano a sprangate, a calci, a pugni, a coltellate.
Si, fa molto lotta tra i gladiatori dei giorni nostri, ma dopotutto i Romani hanno costruito un impero su "panem et circenses". Forse qualcosa potremmo imparare da loro. Magari a qualcuno di questi animali passerà un po' la voglia di far andare le mani.
Spero che Genny 'a carogna mi dia il permesso di pubblicare questo post. Pare che sia lui a decidere cosa si può o non si può fare. Probabilmente anche il Papa gli chiede il permesso prima di cominciare la Messa. Non si muove una foglia che la carogna non voglia.
Ma poi, che razza di nome è "Genny 'a carogna"? Caro Genny, ti rendi conto che è ridicolo? Te l'hanno mai detto che "Genny" è un nome da femmina? Non importa se ci metti "carogna" vicino. Rimane comunque un nome da femmina. Inquietante, ma da femmina.
Un soggetto come te, cara la mia carogna, andrebbe messo in galera buttando via la chiave della cella per non correre il rischio di tirartici fuori per sbaglio. E invece, non solo non ti mettono in galera, ma ti lasciano anche decidere se una partita possa o meno incominciare. Ma per favore. Solo in Italia persone del genere se ne vanno in giro a piantare grane invece di marcire in galera insieme ai loro degni compari. Altro che "Ultras liberi" e "Speziale libero", un bel biglietto di sola andata per Regina Coeli. Quando ci decideremo a mettere i delinquenti in galera sarà sempre troppo tardi.