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mercoledì 30 ottobre 2013

Whisky al dito

Quale occasione migliore di Halloween per parlare di dita mozzate e drink macabri? Si, effettivamente può fare un po' schifo, quindi se siete debolucci di stomaco astenetevi.
Correvano gli anni '70 quando un tal capitano Dick Stevenson trovò un alluce mummificato in una baita nello Yukon. Ora, le persone normali sarebbero state quantomeno schifate nel trovarsi davanti un dito mozzato. Ma lui no. Anzi, il caro capitano diede origine, insieme a un gruppo di coraggiosi ubriachi, a quella che oggi è diventata una tradizione. Il dito venne messo in un bicchiere con un drink e gli avventori del bar vennero sfidati a bere dal suddetto macabro bicchiere.
Ovviamente dagli anni '70 ad oggi il dito è cambiato varie volte. I nuovi "pezzi" vengono lasciati in testamento da veri amanti della tradizione. La sfida attualmente consiste nel bere il bicchiere di whisky sfiorando l'alluce mozzato con le labbra. Inutile dire che ogni tanto qualcosa va storto e qualcuno lo ingoia per sbaglio. Mio Dio che schifo.
Ogni sera 30-40 persone pagano un sovrapprezzo di 5 dollari per poter partecipare a questa epica sfida. Cosa sono 5 dollari di fronte alla gloria? Assolutamente niente. Ma attenzione: se il dito viene ingoiato c'è una multa di 500 dollari. Oltre al danno la beffa, insomma. La cosa assurda è che un bel giorno un tizio l'ha ingoiato di proposito. Anche i gestori del bar erano perplessi. Dopotutto l'aspetto dell'alluce non è poi così invitante.
Forse vi starete chiedendo se non sia pericoloso per la salute appoggiare le labbra su un pezzo di cadavere. In tal caso, mi sento in dovere di rassicurarvi. Il whisky, grazie al suo elevato contenuto di alcool, funge da disinfettante. Sicuramente dopo questa precisazione vi sentirete meglio. Probabilmente state già pensando di cimentarvi anche voi in questa prova di coraggio. Io non vi rubo di certo il posto. Anzi, mandatemi una cartolina dallo Yukon.
Vorrei potervi dire che questo è stato solo uno scherzetto di Halloween, ma purtroppo non è così. I pazzi ci sono tutto l'anno, non solo il 31 ottobre. Buon Halloween a tutti!

domenica 27 ottobre 2013

Errori imperdonabili

Si sa che per noi europei i cinesi sono tutti pressochè uguali. Ma è normale. Quello che non è normale è che una cinese scambi suo marito con un altro. E che ci faccia sesso. La prima notte di nozze.
Andiamo con ordine. La donna in questione, durante la prima notte di nozze, si è alzata per andare in bagno, che si trovava fuori dalla camera di albergo. Tornando a letto, ha sbagliato stanza ed è entrata nella camera del testimone. Una volta infilatasi nel letto, ha svegliato l'uomo per fare un po' di sano sesso. Il mattino dopo, quando si è svegliata, si è accorta dell'errore ed è uscita dalla stanza gridando che era stata stuprata. E' stata quindi fatta una riunione con tutti gli invitati e i due sposini hanno chiesto al testimone un risarcimento equivalente a 3000 euro. Il testimone si è rifiutato di pagare e ha affermato che non aveva capito che la donna l'aveva scambiato per un altro. Così è stato denunciato per stupro.
Da questa storia ho imparato che non bisogna mai prendere una camera di albergo con bagno in comune. E che bisogna chiudere a chiave la porta. Comunque non mi capacito dell'idiozia dei protagonisti della vicenda. Allora, tu donna esci dalla tua camera per fare pipì. E fin qui va bene, mi sembra un sacrosanto diritto. Poi però sbagli camera. 'Ste camere non hanno una chiave? Chiunque può entrare in camera tua da un momento all'altro? Complimenti per la sicurezza. Ditemi il nome dell'albergo che evito di andarci per sbaglio. Ma poi, come puoi entrare nel letto di un uomo e scambiarlo per tuo marito? Si suppone che abbia una voce e un profumo diversi. Come minimo. Magari ha anche un altro fisico. Cosa pensavi? Pensavi che si fosse trasformato come i rospi nelle fiabe? E tu, uomo, che ti senti svegliare da una tizia arrapata nel mezzo della notte, non ti chiedi chi cavolo sia? Che poi, se eri il testimone, vuol dire che la sposa la conoscevi, quindi avresti dovuto riconoscere la voce. E invece, non solo non la riconosci, non capisci neanche che ti ha scambiato per un altro. Ma chi ti credi di essere? George Clooney? Pensi che le donne facciano la fila per infilarsi nel tuo letto? Scendi dal pero, per favore.
In tutta questa storia, l'unico con un po' di sale in zucca è il giudice, che ha assolto il testimone dall'accusa di  stupro. Effettivamente sarebbe stato davvero assurdo. Prima ti scambiano per un altro e poi ti denunciano pure. Oltre al danno, la beffa. Se di danno si può parlare.

giovedì 24 ottobre 2013

Dalla parte del più debole

Ci sono delle cose che mi fanno innervosire e ce ne sono altre che mi fanno andare in bestia. Sono mesi ormai che le Iene vanno avanti a perorare la causa dei bambini malati che potrebbero beneficiare delle cure del metodo Stamina. E sono mesi che si prendono a cornate con i ministri della Sanità. I ministri vanno e vengono, le Iene restano. E polemizzano.
Capisco che sia più facile stare dalla parte dei poveri bambini indifesi che il giorno prima camminavano e il giorno dopo si sono trovati paralizzati. Capisco che sia più facile sostenere i genitori di questi bambini che hanno visto i loro figli trasformarsi a poco a poco in corpicini privi di reazioni. Capisco anche che un genitore in una situazione del genere sarebbe pronto a dare la propria vita pur di salvare suo figlio. Però questo non autorizza le Iene a schierarsi senza riserve dalla parte di un tizio che una mattina si è svegliato e si è inventato una cura.
Se due ministri, in modo indipendente uno dall'altro, hanno deciso di vietare questa "cura miracolosa", un motivo ci sarà. E anche ricercatori e riviste scientifiche hanno bocciato questo metodo. Non credo che si siano messi tutti d'accordo per uccidere dei poveri innocenti. Nè credo alle teorie paranoiche di Vannoni che dice che le case farmaceutiche e i baroni universitari lo ostacolano di proposito. Se il suo metodo fosse davvero la panacea di tutti i mali, avrebbe la fila di gente davanti a casa pronta a comprare il brevetto. Se davvero nel mondo scientifico tutti si facessero la forca a vicenda ostacolandosi le scoperte, a quest'ora saremmo ancora alla teoria degli umori e ai salassi.
Io credo che a volte ci vorrebbe un minimo di imparzialità. Qui si tratta di tenere la ragione a chi, a quanto pare, non ce l'ha. Vannoni sarà anche un santo che cura i bambini per vocazione perchè non gli interessano i soldi, ma il suo metodo non va bene. Che poi a tutta questa santità io ci credo poco. Nessuno fa niente per niente. Ma anche ipotizzando che io ci creda, se il metodo non va non va. E non devono essere le Iene a decidere. Non è compito loro. Ognuno dovrebbe fare il proprio lavoro, lasciando gli altri liberi di fare il loro in santa pace.

martedì 22 ottobre 2013

Cucina tu che cucino anche io

Benedetta Parodi sbarca su Real Time. Adesso sì che la mia vita ha un senso. Questa notizia mi riempie di gioia e di gaudio. Quella donna ultimamente cambia più reti televisive che mutande. Pare che adesso l'ex regina di "Cotto e mangiato" si lancerà nella conduzione di un programma in cui i concorrenti si sfidano a suon di dolci. Meno male, ci voleva proprio un talent show in ambito culinario. Ne sentivamo proprio l'esigenza.
Non ho niente contro la Parodi, per la carità. Non sono una di quelle persone che la disprezza perchè usa ingredienti surgelati o perchè partorisce ricette alla portata di tutti. Anzi, questo è uno dei motivi per cui la apprezzo. Però, posso dire che mi sono veramente stancata? Ne ho piene le tasche di vedere programmi di cucina a ogni ora del giorno e della notte su qualsiasi canale.
Tra torte di plastilina e porzioni inesistenti io non so più che pesci pigliare. Si sfidano i cuochi professionisti. Poi si sfidano i non professionisti. Poi si sfidano i bambini. Quando hanno finito i cuochi arrivano i pasticceri. Pasticceri professionisti che fanno torte giganti. Pasticceri non professionisti (ma che vorrebbero esserlo) che sfornano torte dalle fattezze improbabili. Pasticceri non professionisti che sfornano vagonate di biscotti.
Che poi quello che mi fa andare in bestia, oltre al fatto che ogni volta che vedo cucinare qualcosa in tv mi viene fame, è la questione degli sprechi. Uno che gridando "Questa è merda!" butta i piatti in terra. L'altro che se vede una torta non perfettamente decorata come minimo la rigira nel cestino dell'immondizia. In alcuni casi la fa addirittura esplodere. Oppure la fa distruggere con una ruspa. Ma ce la fate? La mamma non ve l'ha detto che ci sono i bambini che muoiono di fame? O che non si dice "Mi fa schifo" prima di aver assaggiato quello che si ha nel piatto? La torta per il matrimonio di Pinco&Pallino è pressochè orribile? Pazienza, sono sicura che alla mensa dei poveri la apprezzerebbero lo stesso. Che poi per far esplodere una torta sprechi anche dei soldi per comprare l'esplosivo. Non mi sembra una genialata.
Vi prego, smettete di torturarci facendoci vedere piatti prelibati che finiscono nella pattumiera. E soprattutto evitate, dopo i programmi di cucina, di farci vedere attrici emaciate e modelle scheletriche. O cuciniamo o dimagriamo. Un po' di coerenza, no?

domenica 20 ottobre 2013

Quarantenni in affitto

Se vivete in Giappone e avete voglia di passare qualche ora in compagni di un uomo maturo e brillante, c'è la soluzione che fa per voi. Un imprenditore giapponese ha inventato un servizio mediante il quale si possono affittare quarantenni giapponesi con i quali passare qualche piacevole ora. Il prezzo tutto sommato è abbordabile: 10 euro l'ora. Ovviamente dovete sapere il giapponese, altrimenti la cosa si fa complicata. Gli uomini messi a disposizione sono giapponesi con un certo background culturale e con svariate abilità: videogiochi, shopping, brillante conversazione.
L'idea potrebbe anche essere valida, ma a me lascia perplessa. Perchè dovrei pagare 10 euro l'ora un tizio per fare cose che potrei fare con un amico o un'amica senza spendere un quattrino? Probabilmente il target di questo servizio sono persone con problemi a relazionarsi e a farsi degli amici. In tal caso sarebbe forse meglio investire qualche dollaro in più e prendere in considerazione l'idea della psicoterapia. Un bravo analista fa miracoli.
Ok, uno dei quarantenni disponibile è docente in un corso di moda all'università di Osaka. Sicuramente i suoi consigli in fatto di shopping sono di un livello superiore rispetto a quelli che ci può dare la più shopaholic delle nostre amiche. Non parliamo poi di quanto qualsiasi marito/fidanzato al confronto sembrerebbero dei cavernicoli in fatto di abbigliamento. E sicuramente questo tizio ti concerebbe meglio di quanto farebbero Carla&Enzo. Ma diciamocelo, lo shopping è un'attività ricreativa. E nessuno passerebbe la ricreazione con un professore. Chi vorrebbe sentirsi la lezioncina sull'invenzione del tacco a spillo o del maglione a collo alto? Io no di certo. Poi, se già stai spendendo soldi per lo shopping, non è il caso di intaccare il budget con la spesa inutile di questo accompagnatore. No?
Io vorrei proprio vedere in faccia i clienti di questo nuovo servizio. Vorrei proprio capire perchè non passano il loro tempo con degli amici come tutte le persone normali. Va beh, il mondo è bello perchè è avariato. Ops! Volevo dire vario. Il mondo è bello perchè è vario.

giovedì 17 ottobre 2013

Piccole dimenticanze

Ok, capita a tutti di dimenticarsi qualcosa. Ci si può dimenticare di chiudere il gas prima di partire per le vacanze. Ci si può dimenticare di restituire qualcosa a chi ce l'ha prestato. Ci si può dimenticare un impegno o un appuntamento. Ma a mio parere non ci si può dimenticare la moglie.
Eppure un uomo tedesco ci è riuscito. Ha dimenticato la moglie in un autogrill e se n'è accorto 150 km dopo. Piccolo particolare: stavano partendo per il viaggio di nozze. Si sono fermati a fare benzina e la donna è scesa per andare in bagno (si sa, noi donne abbiamo una scarsa autonomia da questo punto di vista). Quando è uscita dal bagno, il marito e la macchina non c'erano più. Solo che in macchina aveva lasciato anche telefono e portafoglio. Che fare? La nostra malcapitata ha chiesto aiuto a una pattuglia della polizia che l'ha aiutata a rintracciare il marito. Il neo-marito, intanto, ha continuato fresco e trullo a macinare chilometri su chilometri.
Vi starete chiedendo: come ha fatto a non accorgersi dell'assenza della moglie? Pensava dormisse sul sedile posteriore. Ma dai! Lo vedi se sul sedile posteriore c'è qualcuno o no! Diciamo piuttosto che non eri ancora abituato all'idea della coppia. Se devi sparare una cazzata, almeno buttala sul piano psicologico. Fa fine e non impegna.
Comunque tutta questa storia mi ha fatto capire molte cose. Tanto per cominciare ho capito perchè alcuni matrimoni finiscono molto presto. Io, se venissi dimenticata in autogrill durante il viaggio di nozze, due domande sul mio partner me le farei. Oggi dimentichi me in autogrill, domani dimentichi mio figlio in macchina. Meglio non rischiare.
Inoltre, grazie a questo aneddoto, ho capito perchè noi donne parliamo tanto. Beh, qualcuna parla più di altre, ma tutte parliamo mediamente più degli uomini. Credo sia una sorta di strategia per la sopravvivenza. Chissà quante donne nella preistoria sono state dimenticate in mezzo alla foresta perchè troppo silenziose e non sono più riuscite a tornare a casa. E così ci siamo evolute di conseguenza. E parliamo. Parliamo. Parliamo. Parliamo. Almeno le probabilità di essere dimenticate scendono. Anche se c'è sempre l'eccezione che conferma la regola.

lunedì 14 ottobre 2013

Proiettili vaganti


Certe cose possono succedere solo in America. Siamo in California e una ragazzina di 10 anni sta dormendo tranquilla nel letto. A un certo punto un proiettile vagante la colpisce nel sedere. No, per favore, non ridete. Lei si sveglia dolorante e con le mutande sporche di sangue. In preda al panico si rivolge ai genitori, i quali, convinti che il sangue sia dovuto alla prima mestruazione della figlia, non la portano in ospedale. Il giorno dopo, essendo la ragazza ancora dolorante, si decidono a portarla al Pronto Soccorso. Lì i medici si rendono conto che è stata colpita da un proiettile e le somministrano le cure necessarie. Gli stessi dottori si sentono in dovere di giustificare i genitori della ragazza perchè il foro del proiettile era poco visibile.
No, va beh io non ho più parole. Solo insulti. Dopo questa veramente non so cosa aspettarmi la prossima volta che leggo una notizia riguardante il Nuovo Mondo. In questa storia non c'è niente di sensato. Ma proprio niente. Non riesco a trovare una singola cosa che abbia un senso.
Tanto per cominciare abbiamo questo "proiettile vagante". Esattamente da dove è partito? Come è entrato in casa? Nessuno ha sentito uno sparo? A quanto pare negli USA possono spararti in casa senza che tu te ne accorga. Sto proiettile evidentemente non ha incontrato ostacoli lungo il suo cammino verso il deretano di una povera ragazzina innocente. Finestre, muri, vasi, mobili, soprammobili. Niente di tutto ciò si è trovato sulla traiettoria del proiettile. Neanche nelle peggiori comiche succedono cose simili.
Poi, cara ragazza, fammi capire: che soglia del dolore hai? Ti sparano nel fondoschiena e tu ti svegli "dolorante"? Io penso che un colpo di pistola faccia un male cane. E non ti accorgi di avere un buco che prima non avevi? Ferita poco visibile un corno.
Ma passiamo a quei luminari dei genitori. Passi il padre, che in quanto uomo ha sicuramente una visione mistico-esoterica del ciclo mestruale. Ma la madre? Santa donna, tu il ciclo ce l'hai avuto per anni (e magari ce l'hai tutt'ora). Puoi scambiarlo con una ferita d'arma da fuoco? Va bene avere un ciclo abbondante, ma a tutto c'è un limite. Questa avrà perso fiotti di sangue da un momento all'altro. E poi anche il male dovuto alle mestruazioni è diverso dal male che può fare un proiettile nel deretano.
Sono veramente sconvolta. L'unica cosa positiva è che leggendo queste notizie mi sento felice di vivere in Italia. Un Paese in cui i proiettili non vagano per i fatti loro. Un Paese in cui se ti sparano in casa te ne accorgi. Dopotutto l'Italia non è così male.

venerdì 11 ottobre 2013

Galeotto fu il tostapane

Ci sono notizie che ti cambiano la vita. Dopo questa guarderò il pane tostato con occhi diversi.
A Londra i pompieri sono dovuti intervenire perchè un tizio ha avuto un piccolo problema con il tostapane. Una parte del suo corpo è rimasta incastrata nell'elettrodomestico. E vi dico subito che la parte del corpo interessata non era un dito. Pur essendo comunque di forma pressochè cilindrica. La notizia arriva fresca fresca dal portavoce dei pompieri di Londra, che lamenta il fatto che molti interventi potrebbero essere evitati se la gente usasse il buon senso. Non è ben chiaro, però, cosa questo signore stesse cercando di fare con il tostapane. I vigili del fuoco hanno infatti preferito non fare domande. Comunque tutto si è risolto per il meglio e il nostro eroe è stato liberato dall'abominoso ordigno prima di rimanere fulminato.
Apprezzo che i pompieri non abbiano voluto infierire facendo domande indiscrete, ma obiettivamente non è molto difficile capire cosa quel tizio stesse cercando di fare. Di sicuro non stava prendendo le misure per tostare dei wurstel. Nè si stava asciugando le parti intime dopo il bidet. In Inghilterra neanche ce l'hanno il bidet. Se ha infilato lì dentro il suo compagno di avventure il motivo è uno solo. Ed è assurdo.
Gli uomini mi fanno veramente pena certe volte. Se i buchi delle prese fossero più grossi, molti di loro sarebbero già morti fulminati da un pezzo. E' più forte di loro. Come quello che era andato a finire in ospedale perchè l'aveva infilato nel tubo dell'aspirapolvere. Un genio. Ma io dico, come vi viene in mente? Siete in cucina che vi preparate la colazione e tac! Vi si accende la lampadina e infilate i gioielli di famiglia nel tostapane? Oppure è una cosa premeditata? Se è premeditata c'è l'aggravante, come negli omicidi. Stupro premeditato di elettrodomestici. In tal caso consiglio un bravo analista.
La cosa che mi fa andare in bestia, non è il fatto che alcuni uomini infilino le parti intime nel primo oggetto cavo che si trovano davanti. Meglio un tostapane che un'innocente ragazzina. La cosa grave è che per colpa di questi soggetti vengono spesi soldi e risorse che potrebbero essere destinati a situazioni di vera emergenza. Mentre i pompieri liberavano un imbecille da un tostapane magari sarebbero stati più utili a spegnere un incendio. Santa miseria. Capisco che quando il sangue vi si concentra da quelle parti le vostre funzioni cerebrali sono ridotte, ma fate uno sforzo. Ci arriva anche un bambino di 5 anni a capire che infilare una parte del corpo in un elettrodomestico non può portare a nulla di buono. Meritereste di essere lasciati a voi stessi, in balia dell'evoluzionismo. I più adatti sopravvivono, gli altri si facciano furbi finchè sono in tempo.

mercoledì 9 ottobre 2013

Alibi cercasi

Questa è una storia assurda. Ve la devo raccontare. Arrivo a casa e trovo nella cassetta delle lettere un biglietto del portiere che mi avvisa che è arrivata una raccomandata. Vado a recuperarla in portineria e scopro che la raccomandata arriva dalla Polizia Municipale. Oh no. Una multa. La mia prima multa. Per quanto uso io la macchina, prendere una multa è abbastanza difficile. La mia povera macchinina passa più tempo in garage che fuori. Però tutto può succedere.
Mentre salgo le scale guardo meglio la busta che ho in mano. Il timbro dice "Città di Castiglione della Pescaia". Come scusa? Ma che posto è? Rapida ricerca su Google: Santa Wikipedia mi informa che è in provincia di Grosseto. Ah, ora si che è tutto chiaro. L'ultima volta che sono stata in Toscana erano 5 anni fa. E non ero con la mia macchina. Apro la busta. Scopro che ho preso una multa perchè ho parcheggiato la macchina senza pagare il parcheggio. Il verbale è del 14 agosto. Ore 18.20. Molto bene. Controllo il modello della macchina citata nel verbale. Coincide con il modello della mia macchina. Controllo la targa. Coincide anche quella. Oh merda. Scusate, ma quando ci vuole ci vuole.
Chiamo la Polizia Municipale di questo benedetto Comune di cui io ignoravo l'esistenza fino a 10 minuti prima. Spiego a una gentile vigilessa il mio problema. In perfetto accento toscano comunica il problema a un'altra gentile vigilessa. Me la passa. Le ripeto che io non sono mai stata in quel posto, tanto meno ci ho lasciato la macchina. Morale della favola: probabilmente devo fare ricorso al Prefetto di Grosseto. E soprattutto devo dimostrare che io non ero lì.
Ok, mi sembra di essere in un telefilm. "Dov'era lei alle 18.20 del 14 agosto?" Per Dio. Dov'ero? Allora. Il 13 ero in montagna. Il 15 ero a casa di un mio amico per la grigliata. Ma il 14? Mi ricordassi una cosa che ho fatto il 14. Beh, di sicuro non sono andata in Toscana, quello me lo ricorderei. Ah si, ora ricordo. Sono rimasta in casa tutto il giorno a studiare a casa dei miei in collina. Il vantaggio di fare Medicina: quando non ti ricordi cosa hai fatto è perchè hai passato il pomeriggio sui libri.
Quello che non capisco è come sia potuto succedere. Se il tuo lavoro è fare multe, cerca di non sbagliare il numero di targa. Mio padre dice che non mi devo stupire. Pare che abbiano fatto delle trasmissioni intere su errori di questo tipo. Io continuo a essere convinta che certe cose succedano solo in Italia. Beh, mal che vada pagherò una multa per un'infrazione che non ho commesso. Se mi avessero accusato di omicidio sarebbe stato più grave.

lunedì 7 ottobre 2013

Solidarietà femminile

Poteva essere l'ennesima tragedia. Poteva esserci l'ennesima vittima. L'ennesima vita stroncata. Potevano esserci gli ennesimi bambini figli di uno stalker e di una madre perseguitata. E invece no. Una mamma ha evitato che la tragedia si consumasse.
Il nostro caro stalker è rinchiuso ai domiciliari a casa di mamma. E' una persona davvero adorabile. Così adorabile che gli hanno tolto la patria potestà sui figli in seguito a ripetuti episodi di violenza domestica. Un agnellino, insomma. La moglie, o meglio ex moglie, sta cercando di rifarsi una vita in una città a pochi km di distanza. E nel rifarsi una vita è compreso un nuovo partner. Ma l'ex marito non lo accetta. La donna viene perseguitata. Chiamate, messaggi, minacce. La cerca anche sul lavoro, cerca di convincerla a ritirare la denuncia per stalking. Un inferno. E se per uscire dall'inferno basta ritirare la denuncia, allora lei è disposta a farlo. Va dai Carabinieri. E lì crolla: si sfoga, racconta tutto.
Una sera lo stalker esce di casa con un coltello in mano deciso a farla fuori. Se non ti posso avere io non ti può avere nessun altro. La solita solfa. Che importa poi se i nostri figli rimangono orfani. Che importa se vado in galera. L'importante è fargliela pagare. Ed ecco che interviene la mamma. Appena lui esce di casa, fa una cosa che richiede molto coraggio. Prende il telefono e chiama l'ex nuora. "Attenta, mio figlio sta venendo a ucciderti. Fai qualcosa, hai già sofferto troppo per colpa sua." Parole difficili da pronunciare per una madre. E così la donna chiama i Carabinieri. Intanto l'ex marito torna a casa della mamma. Evidentemente non era abbastanza arrabbiato. La donna ritelefona all'ex nuora. Pericolo scampato. Ma ormai i Carabinieri sono intervenuti. Lo vanno a prendere a casa della madre. Revocati gli arresti domiciliari, deve tornare in carcere. Fine dei giochi.
Per stavolta è andata bene. La donna è salva e per un po' potrà dormire sonni tranquilli. Tutto questo grazie a un'altra donna. Una mamma. Una mamma che ha protetto suo figlio da se stesso e dalle azioni che avrebbe potuto commettere. Una mamma che ha salvato una vita. La mamma è sempre la mamma e se tutte le mamme fossero così il mondo sarebbe migliore.

giovedì 3 ottobre 2013

Non aprite quell'armadio

Oggi voglio parlare di Carla. Carla di Carla&Enzo. Carla senza Enzo. Adesso non se ne sta più nel comodo loft con l'amico gay che ogni donna vorrebbe. No, adesso fa servizio a domicilio. Cito testualmente: "vengo a casa vostra, apro il vostro armadio e trasformo il vostro guardaroba in un guardaroba perfetto". E io ti dico: ma anche no!
Andiamo con ordine. La fashion victim di turno, che è sicuramente più victim che fashion, manda un videomessaggio mal recitato per chiamare Carla in suo soccorso. Un videomessaggio carico di quel pathos che solo le vittime di Real Time riescono a trasmetterci. Car-la-ti-pre-go-ho-bi-so-gno-di-aiu-to. Se lo facessero dire alla voce registrata delle stazioni si percepirebbe più sentimento. Carla, che non è insensibile a queste commuoventi richieste d'aiuto, arriva portandosi dietro la sua sarta di fiducia. Enza. No, non sto scherzando. Si chiama proprio così. Secondo me è un nome d'arte creato ad hoc. Fa molta tenerezza. Vestita con un camice da macellaio e loquace quanto il servo muto di Zorro. O forse anche meno.
La vittima designata conduce quindi Carla nella stanza degli orrori. E qui Carla compie le sue consuete magie. Propone di indossare due vestiti uno sopra l'altro. Suggerisce nuovi utilizzi per capi che erano demodè già negli anni '90 e che non sono mai tornati di moda. Abbina fantasie che fanno a pugni più di Bud Spencer e Terence Hill. Insomma, i soliti miracoli di Carla. Poi ti mette a posto l'armadio (l'unica nota positiva) dividendo i capi in tre occasioni d'uso. Anche se non si capisce dove vada a finire la maggior parte degli abiti. Se prima il tuo armadio era traboccante di vestiti, alla fine ti ritrovi con 4 outfit per ogni occasione d'uso. E un fantastico bloc notes con delle fotografie che servono, ovviamente, a ricordarti cosa devi abbinare e come. Nel caso ti venisse un'amnesia post-traumatica.
Quello che mi chiedo è perchè hanno chiamato questo programma "Guardaroba perfetto". Visti i risultati finali sarebbe stato più adatto "Non aprite quella porta". Un implicito invito a non far entrare in casa Carla. Giusto per mettere in guarda le potenziali vittime. No?

martedì 1 ottobre 2013

Su e giù da un autobus

A tutti sarà capitato almeno una volta di prendere un autobus o un pullman di linea. E a tutti sarà capitato almeno una volta di odiare i suddetti mezzi di trasporto. A me è capitato più di una volta. Diciamo che in genere non passa un viaggio, per quanto breve esso sia, senza che qualcosa mi dia letteralmente sui nervi.
Le simpatiche signore che, vedendoti davanti alla porta, si sentono in dovere di tirarti per la manica e chiederti "Scende?" No signora, mi hanno assunto come ragazza immagine. Sto davanti alla porta per attirare clienti su questa linea. Ma secondo te, cosa sto facendo davanti alla porta? Conto le persone alle fermate? Oppure le vecchiette traballanti che, fiutando un posto libero, si lanciano con uno scatto alla Usain Bolt e travolgono tutti i loro possibili avversari. Un miracolo. Da donnina col bastone a centometrista. Una volta mi sono anche presa un'ombrellata sul braccio. Eh si, avevo osato tenermi allo schienale del sedile occupato da una simpatica nonnina intenta ad andare a fare mercato. Poi siamo noi giovani quelli maleducati.
Invece, quando mi capita di prendere un pullman di linea, generalmente trovo sempre l'autista che è stato premiato come dipendente più simpatico dell'anno. Io salgo, saluto educatamente e sorrido. Lui grugnisce. Io gli chiedo un biglietto per la mia destinazione. Lui grugnisce. Nella migliore delle ipotesi cerca di esprimere, rigorosamente a grugniti, il costo del biglietto. Ovviamente io non ho mai, ma proprio mai, i soldi giusti. Ed ecco che allora Mr Simpatia mi fulmina, prende schifato il denaro e, sempre grugnendo, mi chiede se non ho della moneta. No, tesoro. Non ce l'ho la moneta. Se ce l'avessi avuta, te l'avrei data subito. Non prendo il pullman apposta per farmi cambiare i 20 euro. Il culmine l'abbiamo raggiunto il giorno in cui, miracolosamente, avevo i soldi giusti. Tutta fiera salgo sul pullman e metto nelle mani del simpatico autista una serie di monetine accuratamente preparate nella lunga attesa alla fermata. Ovviamente, i soldi non gli andavano bene perchè erano tagli troppo piccoli. Guarda, se mi dici che maledette monetine vuoi, mi organizzo e le produco un attimo a casa. Intanto a casa mia i soldi crescono sugli alberi. Facciamo un patto, io mi impegno a portarti i soldi giusti e tu ti impegni a non grugnire. Credi di potercela fare?