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venerdì 20 settembre 2013

Il medico veggente

A volte i giornali scoprono l'acqua calda. E ce la spacciano per una notizia sensazionale.
Il 13 giugno un tal "medico deluso" manda una email anonima alla redazione di Repubblica dicendo di conoscere, in anticipo di 2 mesi, chi sarà ammesso e chi no al concorso della scuola di specializzazione di cardiologia della Sapienza. A distanza di mesi, dopo aver fatto registrare la lettera e dopo aver verificato l'esattezza delle previsioni, Repubblica racconta tutto in un articolo. Scoppia la polemica, con tanto di intervista al tg del primario incriminato. Io mi sono rifiutata di sentire cosa dicesse. Stavo cenando e le cazzate all'ora di cena mi rovinano l'appetito.
Ma come ha fatto questo medico ad azzeccare le previsioni? Come faceva a sapere che avrebbero rimediato alle pecche dei curricula influenzando i voti della prova scritta? Un caso di chiaroveggenza? No, le solite raccomandazioni all'italiana. Dopotutto se questo fosse un veggente userebbe le sue doti per vincere al superenalotto e diventare miliardario, vi pare? Non avrebbe certo sprecato soldi e tempo x laurearsi in medicina.
Io, invece, prevedo giorni interminabili di polemiche. Professoroni ben pasciuti che giurano di non aver mai fatto cose simili, specializzandi che giurano di essere entrati per merito e non per l'ennesimo calcio nel deretano, aspiranti specializzandi che chiedono giustizia. Una giustizia che probabilmente non avranno, almeno finché l'Italia sarà popolata dagli italiani. Se ci conquistassero i tedeschi forse avrebbero qualche speranza.
Quello che mi lascia perplessa è il fatto che l'abbiano scoperto solo adesso. Dove siete stati fino a ieri? Su che pianeta avete vissuto? Bastava chiedere a un qualsiasi studente di medicina. Te lo dicono il primo giorno: per entrare in specialistica devi frequentare in reparto, abbassare la testa e dire "si" a tutto, far vedere che ci tieni, che ti interessi. E se non entri al primo concorso entri al secondo, o al terzo, in alcuni casi al quinto. Dipende dalle liste d'attesa. Ovviamente questo non esclude che tu debba studiare, avere la media alta, prendere dei bei voti negli esami inerenti la specialità che ti interessa, fare una buona prova durante il concorso. Nessuno si metterebbe mai in reparto un incapace.
È giusto questo metodo? No. Vogliamo cambiare le cose? Si. Ma non possono essere dei giovani medici a mettersi contro i baroni. Non si mordono le mani che ti danno da mangiare. Il problema è che, finché sforneremo 9.000 laureati all'anno garantendo solo 4.500 posti nelle scuole di specializzazione, i baroni dovranno scegliere chi tenere e chi cacciare. E sceglieranno sempre chi ha dimostrato loro fedeltà. Anche se per dimostrarla ha dovuto fargli da autista.

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