Google+
Google+

mercoledì 25 settembre 2013

Quando il gioco si fa duro

L'altra sera mi sono imbattuta nella puntata finale de "Il Boss delle torte - la sfida". Pur non amando i reality, perchè mi sembra di guardare le scimmie allo zoo, non mi dispiace vedere questi programmi in cui i concorrenti devono fare qualcosa: cucinare, cantare, decorare torte, confezionare abiti.
A un certo punto una delle concorrenti, nell'ottica del "sono qui per vincere", ha nascosto le teglie in modo che le altre rimanessero senza. Abbastanza scorretto, no? Beh, aspettate di sentire cosa ha fatto dopo. Poichè non c'era nessuno a sorvegliare i forni, ha avuto la bella idea di alzare di 20 gradi la temperatura dei due forni in cui una delle sue avversarie stava facendo cuocere i biscotti. E poi nell'intervista in privato se ne vantava. La sua avversaria alla fine ha perso la sfida ed è andata a casa. Ma la cosa veramente assurda è che, sempre nell'intervista in privato, ha dichiarato "Mi dispiace che sia stata eliminata, quando vedrà cosa ho fatto si arrabbierà, ma sono sicura che mi capirà e mi perdonerà, dopotutto siamo amiche!" Chissà se foste state nemiche cosa avresti fatto. Magari le avresti amputato una mano.
Io capisco che non si possa essere veramente amici di quelli che poi, alla fin fine, sono i tuoi avversari. Soprattutto se in palio ci sono 100.000 dollari e un posto di lavoro. Però nella vita bisognerebbe essere almeno corretti. Sono capace anche io a vincere le sfide così. Potrei sfidare Bolt sui 100 metri e poi sparargli in un piede alla partenza. O fare una gara di cucina con Cracco e sostituirgli il barattolo del sale con quello dello zucchero. Ma che senso ha?
Quello che mi rincuora è che alla fine quella tizia non ha vinto. Nonostante una pietosa scena di autocommiserazione che aveva quasi convinto tutti. Se non altro non è passato il messaggio che il fine giustifica i mezzi. Altrimenti nella prossima edizione i concorrenti potrebbero arrivare armati e sparare agli avversari. Svolgendosi in America non è neanche una previsione così lontana dalla realtà. Se non altro risparmierebbero sulle puntate. In una o due serate si risolverebbe tutto. Insomma, lo dicevano anche i Romani "mors tua, vita mea". E loro si che erano avanti. Anche se non avevano ancora inventato i reality.

Nessun commento:

Posta un commento